Nel 2024 l’acido ialuronico, la molecola ‘amica’ della pelle, festeggerà 90 anni.
Esattamente nel 1934, dopo decenni di ricerca due ricercatori della Columbia University di New York, Karl Meyer e John Palmer isolarono la molecola HA, che oggi per la sua versatilità e sicurezza è un punto di riferimento per contrastare i segni del tempo.
Nel 1934 Meyer e il suo assistente John Palmer isolarono una nuova molecola polissaccaridica ad alto peso molecolare che chiamarono acido ialuronico da Hyaloid (vitreous) + acido uronico. Per le sue proprietà – azione idratante (immagazzina acqua e la rilascia in base al fabbisogno),  azione protettiva (protegge i tessuti da eccessive tensioni e sollecitazioni e mantiene elastiche le articolazioni); azione riparativa tessutale, batteriostatica, antinfiammatoria e antiossidante – trova largo impiego in campo dermocosmetico ed estetico: dagli integratori ai sieri, dai trattamenti rivitalizzanti ai filler.

«Il merito di tanta efficacia è nella sua composizione», spiega Patrizia Gilardino, chirurgo estetico di Milano. «L’acido ialuronico è infatti un elemento naturale che troviamo nel nostro corpo. Riveste un ruolo centrale in quella che è la composizione del tessuto connettivo del nostro organismo: costituisce una specie di impalcatura che permette ai tessuti di mantenere tono e, grazie alla sua capacità di legare e trattenere acqua, mantiene la cute idratata».

Già a partire dai 30 anni però la produzione di acido ialuronico da parte del nostro corpo diminuisce gradualmente e la pelle, vittima di disidratazione, inizia a perdere turgore ed elasticità.

Tuttavia è possibile rimediare, almeno in parte, a questa mancanza. «Sono molti e diversi i prodotti che contengono acido ialuronico: lo troviamo in alcuni integratori che possono servire per ridurre gli effetti da stress provocati dal sole sulla pelle, ma anche in alcuni sieri, a cui è possibile far ricorso fin dai 30 anni per curare la cute e garantire un’azione idratante e stimolante».

acido ialuronico

Oltre a cosmetici e integratori a base di acido ialuronico, esistono trattamenti di medicina estetica che permettono di agire più in profondità e che possono, oltre a svolgere un’azione stimolante per rendere la pelle più luminosa e tonica, avere un effetto riempitivo, colmando quegli svuotamenti causati da lassità dei tessuti. Tra i trattamenti più diffusi ci sono la biorivitalizzazione, un trattamento poco  invasivo che prevede l’utilizzo di una strumentazione dotata di aghi molto sottili, e le classiche “punturine”, con le quali si affrontano le situazioni più compromesse, «dove c’è la necessità di “riempire” per restituire volume», precisa Gilardino. A seconda della zona da trattare e delle condizioni della pelle – quindi della problematica da affrontare – esistono “lavorazioni diverse nelle quali l’acido ialuronico si presenta in soluzioni differenti, ma sempre al fine di riempire quelle aree dove l’azione del tempo ha svuotato i tessuti».

Ma una cosa è certa: «L’acido ialuronico è un prodotto che, grazie alle sue proprietà e applicazioni, ci accompagna nel tempo – conclude Patrizia Gilardino – e rappresenta un compagno di viaggio per curare e mantenere giovane la nostra pelle, oltre a permetterci di attenuare qualche segno del tempo».