La continua ricerca nell’ambito delle formulazioni cosmetiche, attualmente supportata da un ritrovato dinamismo di mercato, trainato anche dal revenge spending (la crescente richiesta di prodotti cosmetici dopo il rallentamento del periodo pandemico), trova nella micronizzazione, tecnologia di cui Nuova Guseo è riconosciuto leader di mercato, un elemento cardine e una opportunità per la filiera del make-up.

Dettaglio micronizzatore modello Micronette 200

Si tratta di un know-how ormai consolidato in ambito chimico farmaceutico ed affermatosi negli anni anche nel settore cosmetico. Lo scopo precipuo è quello della riduzione delle particelle del prodotto trattato a dimensioni micrometriche, processo che viene eseguito mediante macchine apposite, i micronizzatori per l’appunto, universalmente noti come jetmills.

Il principio di funzionamento si basa sull’accelerazione delle particelle di prodotto mediante un flusso di gas compresso ad altissima velocità iniettato mediante ugelli situati alla periferia della camera di macinazione del micronizzatore. Le particelle vengono trascinate in un moto vorticoso che le induce a scontrarsi ripetutamente tra loro riducendone progressivamente il diametro e la massa.

Micronizzatore scala pilota modello Micronette 100 con ciclone filtro

Il prodotto micronizzato viene poi convogliato dal flusso dei gas di processo verso un apposito ciclone-filtro, che provvede allo scarico del gas di processo depolverato e alla raccolta del prodotto micronizzato. Questo processo si caratterizza per la totale assenza di organi macinanti in movimento, fattore che consente di evitare effetti di riscaldamento durante il processo (requisito fondamentale per il trattamento di prodotti termosensibili), di minimizzare il rischio di contaminazione metallica e di ottenere una drastica riduzione dei costi di manutenzione.

L’elemento fondamentale del nostro processo tuttavia è rappresentato dalla possibilità di raggiungere una finezza particellare a distribuzione omogenea normalmente non ottenibile con sistemi convenzionali di macinazione.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perchè micronizzare nel settore cosmetico? “Le tecniche di micronizzazione delle polveri utilizzate nell’ industria cosmetica, producono particelle di dimensioni comprese tra 10 e 20 micron, per specifiche applicazioni si possono raggiungere anche finezze più spinte, inferiori ai 5 micron – spiega Gherardo Marchini, export manager di Nuova Guseo -. La micronizzazione realizza il requisito fondamentale di una formulazione: la dispersione più intima ed omogenea dei componenti della formula; parliamo delle basi bianche, tipicamente talco o mica, parliamo dei pigmenti, principalmente ossidi di ferro, e dei relativi eccipienti texturizzanti. Nella lavorazione tradizionale il range dimensionale è piuttosto ampio e disomogeneo (indicativamente tra i 50 e i 200micron), la riduzione granulometrica uniforme ottenibile con il processo di micronizzazione elimina la difficoltà di dispersione del pigmento e il rischio di formazione di strisce di granuli indispersi di colore”.

Le basi monocromatiche micronizzate, preparate con uno o più pigmenti miscelati con base bianca, evitano pertanto le correzioni di colore a volte necessarie nel processo tradizionale, questa tecnica presenta molti altri vantaggi: la dispersione ottimale dei componenti durante la micronizzazione induce una maggiore intensità dell’effetto coprente del pigmento, questo a fronte di una riduzione della quantità di pigmento e di legante necessari alla lavorazione.

La forma delle particelle generalmente sferica è un vantaggio aggiunto in termini di potere coprente e uniformità dell’effetto di rifrazione del colore. Non da ultimo va poi menzionato il cosiddetto “Silky Touch”; i cosmetici micronizzati si presentano particolarmente vellutati e morbidi al tatto, essendo facilmente applicabili e sfumabili.