contagocce zero in pack

Innovativo, funzionale e, soprattutto, sostenibile al 100%. Era questo l’obiettivo che si era posta Zero In Pack, la start up del gruppo Eurovetrocap focalizzata sullo sviluppo di packaging a basso impatto ambientale, quando ha iniziato a lavorare al nuovo contagocce monomateriale. Obiettivo pienamente raggiunto con Parigi 24/410, il dropper composto da due elementi realizzati con lo stesso materiale totalmente riciclabile.

Ma che cosa vuol dire esattamente sviluppare un prodotto a basso impatto ambientale? Significa rientrare in un sistema virtuoso di economia circolare, all’interno del quale il materiale esausto non è più considerato un “semplice” rifiuto ma diventa una risorsa preziosa per creare nuovi prodotti.

Giampaolo Herrmann, ceo di Zero In Pack

Esempio concreto di eco-design, cioè di una progettualità che tiene conto della sostenibilità ambientale attraverso il riciclo dell’imballaggio e dei suoi componenti a fine vita e la riduzione dei rifiuti, soprattutto in plastica, il nuovo contagocce Parigi 24/410 è stato sviluppato tenendo conto anche della funzionalità e dell’estetica, elementi indispensabili di un prodotto cosmetico secondo  Giampaolo Herrmann, ceo di Zero In Pack.

Il contagocce si preannuncia una novità davvero molto interessante per il mercato, considerata la crescente richiesta di questi prodotti in ambito cosmetico. Mentre la fase pilota è stata superata e il brevetto già depositato, non resta che attendere la commercializzazione del prodotto prevista entro la fine del 2021.

Dott. Herrmann perché avete deciso di sviluppare un nuovo contagocce?

Perché, assieme alle pompe dispenser, i contagocce sono i sistemi di erogazione più utilizzati nella nei prodotti skincare da 15 e 30 ml e sta crescendo il loro impiego anche nei fondotinta e nei trattamenti capelli.

Inoltre, da tempo il mercato necessitava di soluzioni più sostenibili. Consideriamo che per ottenere le funzionalità richieste, il più semplice dei contagocce in commercio è costituito da 3 componenti assemblati di materiali diversi: collare, tubo di vetro e bulbo e per alcuni dispositivi high-tech si arriva addirittura a 10 componenti diversi. Tutto questo rende difficile, se non impossibile, riciclare questi articoli e avere un packaging realmente green. Con Zero In Pack abbiamo studiato Parigi 24/410, il primo contagocce monomateriale. Composto da due componenti realizzati nello stesso materiale, è innovativo e sostenibile.

Quali sono le caratteristiche del contagocce Parigi 24/410?

L’obiettivo era quello di ottenere un prodotto totalmente riciclabile, che riducesse la produzione di materiali e di rifiuti, a valle e a monte della filiera, e che massimizzasse il rapporto costi/efficienza. Ci siamo riusciti. Il contagocce Parigi 24/410  infatti, dall’estetica semplice e versatile, è facile da utilizzare e può essere totalmente riciclato perché è realizzato in un singolo materiale.

Il contagocce è costituito da due componenti: un tubo rigido in PP, che si adatta a flaconi di diversa lunghezza e il tappo filettato 24/410, realizzato in PP e una piccola percentuale di EVA per garantire la facilità d’uso, che funge sia da chiusura che da erogatore.

Ci può parlare del materiale impiegato?

Mentre il tappo è costituito da un mix di 85% PP e 15% EVA, il tubo è al 100% in PP. La nostra stima preliminare, basata su una preserie da stampo pilota, mostra un EVA medio dell’8% sul peso totale del contagocce. Una percentuale che lo rende perfettamente rispondente alle disposizioni esistenti in materia di riciclo post-consumo. Stiamo verificando la fattibilità industriale anche del contagocce Parigi in PP riciclato post-industriale e post-consumo: sicuramente sarebbe molto interessante poter proporre sul mercato anche queste versioni.

Un’altra novità riguarda anche l’erogazione del prodotto. E’ vero che per aspirare la formula e poi distribuirla la gestualità in Parigi 24/410 cambia rispetto ai contagocce “tradizionali”?

Sì. Per erogare il prodotto non si deve pizzicare il contagocce, ma occorre effettuare una pressione verso il basso. Si tratta di un cambiamento rispetto alla gestualità cosmetica a cui siamo abituati, questo è certo, ma riteniamo che sia abbastanza facile da comprendere e da adottare da parte di qualsiasi cliente. Anzi: aggiunge un ulteriore elemento di novità al prodotto.

La nuova gamma di nuovi flaconi in PE vergine e riciclato che sposa estetica e sostenibilità
Sempre seguendo il filone della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale, di recente avete sviluppato dei flaconi in triplo strato in PE vergine e riciclato. Ce ne può parlare?

Si tratta di una gamma di nuovi flaconi in PE vergine e riciclato che sposa estetica e sostenibilità. Il rivestimento interno del flacone sarà costituito da materiale vergine che, entrando a contatto con il prodotto, sarà “food grade”. Al centro ci sarà un’anima di PE riciclato, che rappresenta tra il 55 e il 70% del peso totale del flacone, mentre il rivestimento esterno sarà in PE vergine per garantire il rispetto delle proprietà estetiche che ci si aspetta da un cosmetico.

Eurovetrocap sarà presente a:
COSMOFARMA BOLOGNA – STAND A6 – HALL 30
PACKAGING INNOVATION WARSAW – STAND B7
LUXEPACK MONACO – STAND RA20 – HALL RAVEL