cosmetica

La cosmetica toccherà i 500 miliardi di $ nel 2027, con una crescita media annua superiore al 4%. Un settore che ‘crea valore’. A rivelarlo è Il Sole 24 Ore nell’ultima edizione del Report Cosmetica, uno studio che offre interessanti spunti di riflessione e insight sugli scenari futuri sul settore.

La cosmetica rappresenta uno dei settori trainanti del Made in Italy e un’ottima risorsa per la bilancia commerciale, e lo stesso vale anche all’estero dove il beauty conferma il proprio successo. Tra i mercati a cui guardare con maggior attenzione per il prossimo quinquennio, oltre a Medio Oriente e USA, c’è l’America Latina – soprattutto Brasile, Messico, Colombia e Argentina – in crescita del 6,4%.

Parlando di prodotti continua il ‘momento d’oro’ di lipstick e skincare. Non solo per un effetto post-pandemia ma anche per una crescente necessità di proteggere la cute. Occhi puntati anche sul naturale e sui cosmetici di lusso, che toccheranno i 17 miliardi di $ nel 2027 con un trend di crescita superiore alla media del comparto. E se forse non stupisce apprendere che 3 donne su 4 utilizzano almeno un prodotto make-up – e ben 7 su 10 un profumo – fa riflettere sapere che il numero di coloro che mettono al primo posto tra i driver di scelta del prodotto qualità e sostenibilità sale anno dopo anno. In Italia, ad influenzare le scelte d’acquisto dei consumatori sono sempre di più le materie prime naturali, i processi di produzione a ridotto impatto ambientale e le attività dei brand a tutela della salute del pianeta. La nostra intervista ad Andrea Gianotti, Responsabile del Centro Studi del Sole 24 ORE.

Quali sono le previsioni globali di crescita della cosmetica per i prossimi anni?  

Considerando i soli prodotti make-up e fragranze, per la cosmetica si prevede una crescita sostenuta nei prossimi quattro anni. Se nel 2023 il giro d’affari previsto globalmente è di circa 430 miliardi di dollari, la cifra nel 2027 potrebbe arrivare a superare i 500, con un incremento medio annuo di oltre quattro punti percentuali. La crescita è solo parzialmente spiegata da fenomeni inflattivi, e in buona parte è invece dovuta dal nuovo valore creato dal settore.

Le stime, in particolare, mostrano un marcato ottimismo in alcuni segmenti, soprattutto nei prodotti per le labbra (+5,3% annuo da qui al 2027) e quelli viso.

Per questi ultimi, allargando lo sguardo anche alla dinamica di segmenti affini come lo skincare, si può facilmente prevedere un incremento della domanda dovuto al global warming: estati più lunghe e temperature più elevate potrebbero portare ad una maggiore richiesta di prodotti per la pelle, sia protettivi, come le creme solari, che più in generale di dermocosmetica.

A livello geografico, quali aree potrebbero crescere di più?

Per valutare l’andamento geografico abbiamo provato a raggruppare i principali Paesi in aree omogenee. Quelli dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia e Spagna) si dimostrano i più maturi, con crescite ridotte (che comunque arriveranno all’1,4% annuo) da qui al 2027. Nell’area Pacifica, che comprende mercati evoluti (Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia), comunque, si arriva ad un +3,1% annuo medio nell’orizzonte considerato.

Nei quattro mercati principali del Far East (se si esclude Tokyo), ossia Cina, India, Filippine e Indonesia, addirittura la crescita dovrebbe essere il 5,5%. La vera sorpresa, tuttavia, potrebbe arrivare dall’America Latina. Già da diversi anni gli operatori hanno trovato terreno commercialmente fertile e, nonostante le difficoltà maggiori di ripresa post-Covid, i quattro Paesi maggiori dell’area (Brasile, Messico, Colombia e Argentina) rimbalzano a +6,4% medio annuo di crescita fino al 2027.

Ci può dire qualcosa in più sull’America Latina e sulle prospettive di sbocco per i cosmetici Made in Italy? 

La caratteristica più evidente di quest’ultimo mercato è che finora è stato meno permeabile ai prodotti “prestige”. Da un lato denota una chiara preferenza di attenzione ai costi, dall’altra invece potrebbe essere soltanto il sintomo di un ritardo della tendenza globale.

La penetrazione diretta dei cosmetici italiani in America Latina è tuttavia ancora modesta. Secondo i dati delle Nazioni Unite del 2021 solo il 4,5% di tutto l’import dei Paesi considerati viene dall’Italia.

Va però considerato che le importazioni tracciate sono soltanto quelle dirette e non anche quelle che transitano da altre nazioni come semilavorati. E inoltre, se confrontiamo la cosmetica con il totale dei beni importati dall’Italia, questi ultimi si fermano solo all’1,6% in valore. Nella competizione internazionale verso il Centro e Sud America, dunque l’incidenza del Beauty tricolore (make-up e profumi) supera di quasi tre volte gli altri prodotti.

Parliamo di naturale e di lusso, due tra i trend più significativi del settore da tenere monitorati. Che impatto avranno sui volumi di crescita del settore?

Certamente la cosmetica naturale, nelle sue diverse eccezioni, è prevista crescere ad un ritmo quasi doppio rispetto ai prodotti non classificabili in questo modo.

Nel mondo, ad esempio, l’aumento dei ricavi di questa tipologia è previsto passare da 13 miliardi di dollari nel 2023 a oltre 17 nel 2027. È una tendenza di lungo periodo, ed è ancora più interessante se si considera che i volumi attuali sono ancora tutto sommato modesti, il 5% del totale. Gli spazi di incremento, dunque, non mancano. Questo trend può inoltre essere considerato come parte di una ricerca di sostenibilità nei prodotti, che determina il driver di acquisto di un numero sempre maggiore di consumatrici e consumatori, non solo tra i giovanissimi.

Una seconda tendenza può essere individuata nel lusso (considerando solo i segmenti make-up e fragranze), che nel periodo tra il 2019 e il 2027 ha sovraperformato rispetto ai prodotti non-prestige, accumulando globalmente una crescita del 17% (contro il 13% del totale a parità di perimetro) e che le previsioni danno comunque in accelerazione per il futuro, in particolare grazie alle performance attese dai prodotti luxury per le labbra e per il viso. In questo caso, invece, i mercati europei e del Pacifico vedranno espandere la propria quota di mercato, ma il boom maggiore è stimato essere quello dei mercati del Far East, che nel 2027 dovrebbe arrivare a segnare +68% rispetto ai valori del 2019.

Un altro aspetto interessante messo in luce dal nuovo Report Cosmesi è il rapporto delle donne italiane con la bellezza. Che cosa possiamo dire in proposito? 

Le indagini campionarie ci dicono innanzitutto che il Beauty e il Personal Care sono tra gli argomenti preferiti nelle conversazioni online, soprattutto se parliamo di un pubblico femminile. Secondo una recente ricerca di un istituto internazionale sul pubblico italiano, risulta che il 37% delle intervistate ha espresso delle opinioni su questo tema nell’ultimo mese, argomento secondo soltanto al food.

È certamente indice di una forte attenzione, che si conferma anche quando si chiede dell’utilizzo di prodotti: tre donne su quattro dichiarano di utilizzare cosmetici decorativi (rossetti, trucchi, smalti, eccetera) regolarmente mentre per i profumi si arriva a quasi il 70%.

Infine, una italiana su cinque dichiara di scegliere prodotti di lusso per la cosmetica e il personal care mentre i driver principali di scelta nei prodotti sono riferiti alla qualità: sia nella percezione generale (per due consumatrici su tre) che sulle formulazioni e la compatibilità con il proprio corpo (per poco meno della metà).

L’ultima edizione del Report Cosmesi è disponibile a questo link.