HSA, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti haircare e skincare, ha le idee chiare sul futuro: l’obiettivo è continuare a crescere con un approccio fondato sull’innovazione e sulla sostenibilità. Ruolo crescente anche per la produzione conto terzi, dove HSA ricopre una posizione di primo piano in Italia e all’estero grazie alla quarantennale esperienza e alla comprovata expertise. Un business strategico quest’ultimo, che rappresenta l’80% del fatturato di HSA, al quale l’azienda ha affiancato tre lineee tricologiche a proprio marchio – Esablondexx, Silky, Nouvelle – e il brand skincare Guudcure. Risultato: 40 milioni di fatturato (dati 2021), 180 dipendenti e una presenza in oltre 80 paesi.
All’ultima edizione di Cosmoprof HSA si è presentata con tantissime novità, a dimostrazione della sua capacità di innovare e della sua voglia di crescere. Prodotti che riflettono tutta l’expertise di HSA, ma anche la sua attenzione alla sostenibilità e alle nuove esigenze del mercato. A raccontarci i progetti in cantiere e le nuove tendenze nell’haircare è Paolo delle Piane, Strategic Marketing Director di HSA Cosmetics.
Parliamo di sostenibilità. L’azienda sta lavorando sulle formulazioni, sui packaging, sul processo produttivo o su tutti e tre gli aspetti?
Abbiamo in atto un percorso di sostenibilità aziendale per migliorare l’impatto sull’ambiente di tutte le nostre attività e dei fornitori che collaborano con noi. Queste sono alcune azioni concrete per implementare la nostra strategia green: L’ energia utilizzata proviene per il 50% dai pannelli fotovoltaici posizionati su tutti gli edifici aziendali. Sono presenti in azienda colonnine per la ricarica delle auto elettriche per incentivarne l’utilizzo. Supply chain corta poiché il packaging e i materiali di confezionamento sono per il 90% acquistati in Italia. Alcune materie prime sono acquistate a km 0 per evitare trasporti inquinanti e per sostenere imprese locali. Per esempio, in alcune linee di prodotto utilizziamo miele di castagno tipico del nostro territorio e prodotto da aziende agricole locali. Stiamo calcolando il carbon footprint per alcune linee di prodotto per valutarne le nocive emissioni di CO2. Lo scopo è quello di attivare progetti di compensazione tramite riforestazione di alcune aree del mondo che più lo richiedono. Da alcuni anni adottiamo un approccio formulativo Clean con il quale utilizziamo il maggior numero di ingredienti naturali, in combinazione con ingredienti sintetici che non sono dannosi né per l’uomo né per l’ambiente. Lavoriamo per ridurre l’impatto del packaging, eliminando packaging secondario e primario eccessivamente pesante o ingombrante. Abbiamo deciso di non utilizzare più pellicole di cellophane nel confezionamento delle tinte, ottenendo un risparmio di circa 15 tonnellate di plastica all’anno. Conosciamo i nuovi materiali sostenibili e plastiche green che implementiamo il più possibile nei packaging delle nuove linee e che costantemente suggeriamo ai nostri clienti conto terzi. Utilizziamo scatole in cartone FSC (forest stewardship council).
Parlando di prodotto, è possibile conciliare elevate performance con formulazioni naturali?
Questa è tra le domande che più frequentemente vengono rivolte ai formulatori ed esperti R&D. Sicuramente gli ultimi anni hanno visto uno sviluppo interessante delle formule con alta percentuale di ingredienti naturali, anche se l’approccio 100% green ha lasciato il passo alla filosofia “clean” che, nonostante non sia regolamentata a livello internazionale, comunque rappresenta l’equilibrata sinergia tra natura ed ingredienti attivi di sintesi che non sono dannosi né per l’ambiente né per l’uomo, ma che permettono delle performance che spesso la sola natura non è in grado di offrire. Negli ultimi anni, anche a seguito della pandemia e quindi di un repentino cambio delle abitudini quotidiane, i consumatori sono tornati alla ricerca di prodotti con alto contenuto scientifico, quasi medicale, per cui anche le formulazioni cosmetiche si stanno adeguando, privilegiando quello che definirei come un nuovo approccio “cleanical”, vale a dire ispirazione medicale, dermatologica, curativa che era patrimonio dei cosmeceutici, insieme ad alta naturalità.
Molti brand luxury stanno puntando sullo sviluppo di linee capelli. Conferma questo trend?
Negli ultimi 2 anni il comparto capelli è cresciuto in quasi tutti i canali distributivi, sia massmarket, che online che department store o catene di profumerie, ma la tendenza da tenere assolutamente in considerazione è proprio la nicchia di mercato costituita da prodotti hair care con un posizionamento premium. Questo segmento è infatti poco affollato e solo pochi brand capelli sono riusciti in passato a convivere con un prezzo medio alto, ma con grande diffusione internazionale. Le cose stanno però cambiando, e, come è successo nello skin care, nel make up e nelle fragranze, ora si sta avverando anche nell’hair care con la nascita di nuovi brand luxury che già stanno conquistando gli scaffali. Anche dei retailer come Sephora o altre catene hanno infatti recentemente introdotto linee hair di alto posizionamento, intercettando quindi la richiesta del consumatore che desidera un prodotto performante, dalle texture piacevoli ed originali e con un’immagine unica, distintiva ed evocativa di un mondo lussuoso ed appagante.
E’ vero che anche nel segmento haircare si sta andando nella direzione di prodotti “ibridi”? Se sì, può fare qualche esempio?
Quella che alcuni anni fa era una tendenza, oggi è ormai una filosofia diffusa di sviluppo prodotto abbastanza riconosciuta e perseguita da diversi brand. Sappiamo che i prodotti ibridi costituiscono proprio un ponte per collegare il mondo skin care con quello del make-up e dell’hair care. Inizialmente è stato il make-up ad introdurre cosmetici colorati che avessero anche una valenza curativa e migliorativa della pelle, ora la cosiddetta skinification, vale a dire l’ispirazione formulistica che deriva dal mondo dello skin care, è sempre più presente nei nuovi prodotti per capelli. Si parla sempre più di cura dello scalpo e quindi non solo del capello. Lo scalpo viene considerato come la normale prosecuzione della pelle del viso e richiede quindi la stessa cura ed attenzione con prodotti specifici. Noi abbiamo sviluppato alcune referenze come sieri e lozioni spray per cute sensibile ed infiammata, con tendenza alla forfora o con eccesso di sebo. Oltre a questi prodotti, abbiamo realizzato anche una nuova collezione di pre-shampoo, per potenziare ulteriormente il trattamento offerto dai classici shampoo, maschere e fluidi.
Oggi si parla molto di inclusività. Avete già sviluppato linee ad hoc per capelli afro, ad esempio, o vi sono arrivate richieste di questo genere?
L’inclusività è uno dei valori più ricercati in innumerevoli ambiti come la moda, il food ed ovviamente la cosmetica. Rappresenta non solo il desiderio, ma ormai la necessità di considerare tutti i generi, le tipologie, le etnie e le varie identità delle persone che vivono ed acquistano nel nostro mondo di riferimento. Un paio di anni fa abbiamo iniziato lo sviluppo infatti di una linea completa per capelli ricci, nelle sue varie tipologie, fino ad arrivare al capello afro che richiede assolutamente dei trattamenti e prodotti dedicati. La nascita di tantissimi black-owned brands ne è la più evidente dimostrazione di come l’inclusività non sia più un fenomeno, ma una vera conditio sine qua non per i nuovi sviluppi. Non solo capelli ricci, ma abbiamo sviluppato anche una serie di collezioni sia hair che skin anche per il mondo asiatico, anch’esso desideroso di utilizzare prodotti studiati per un capello o pelle molto diversi da quelli occidentali.