Le alghe sono un vero e proprio scrigno, che si trova in fondo al mare, da cui pescare per combattere l’invecchiamento cutaneo e la cellulite; curare i capelli, rassodare e trattare le smagliature. Nulla di sorprendente quindi se le alghe (sì, proprio loro) si trovano facilmente in diversi trattamenti della bellezza così come nella cosmesi: fanghi, creme e bendaggi.
Le alghe in generale, infatti, sono talmente ricche di sostanze attive, che possono essere utilizzate per tanti scopi e funzioni, rendendole uniche nel panorama delle funzionalità cosmetiche naturali. Inoltre la ricerca riesce a scoprire e a rendere sempre più selettiva e mirata l’attività delle sostanze bioattive contenute nelle alghe, aprendo nuovi campi di applicazione.
Ne esistono di vari tipi: brune, azzurre, rosse o verdi e ciascuna ha caratteristiche e proprietà diverse. La composizione delle alghe, sia d’acqua salata che dolce, include sali minerali, oligoelementi, tutte le vitamine, gli aminoacidi essenziali e gli antiossidanti.
PROTEZIONE CONTRO IL SOLE
Il loro uso cosmetico è una tradizione che arriva dall’Oriente e anche dalla Francia. Ormai è verificato che da alcune alghe si possono estrarre sostanze che combattono i radicali liberi e tutte hanno una forte azione idratante perché riescono a trattenere acqua. E sono ottimi ingredienti per le maschere peel-off, adatte per purificare la pelle e rimuovere le cellule morte. Ma non è tutto. Le alghe vengono pure utilizzate nei prodotti dopo-sole: aiutano a lenire l’infiammazione provocata dai raggi solari e reidratano la pelle. “Dalle alghe, infatti, si ricavano dei polisaccaridi, gli alginati - si legge -, che sono in grado di assorbire acqua fino a 200 volte il loro peso”.
ALLEATE ANTI CELLULITE
Noto già da tempo è l’impiego di alghe, in particolare Fucus vescicolosus e Laminaria digitata, nelle formule cosmetiche anticellulite e riducenti. Ci sono benefici persino per i nostri amici a quattro zampe: in commercio si trova una barretta solida di shampoo per cani proprio a base di alghe marine che sembrano favorire la lucentezza e la forza del pelo.
Anche il corallo comincia ad essere presente nei cosmetici. In particolare, il Corallium rubrum, diffuso nel mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, è ricco di calcio (oltre il 40%) e contiene tracce di 74 oligoelementi. I suoi principi attivi spiegano gli esperti – svolgono un’azione rimineralizzante su cute e capelli, ma la sua polvere fine viene utilizzata anche come eccipiente in prodotti per l’esfoliazione della pelle con piacevoli caratteristiche sensoriali. Il corallo polverizzato rimuove, infatti, molto delicatamente le impurità, le cellule morte e i residui di make up.
DOVE TUTTO HA INIZIO
Le micro alghe sono tra le prime forme di vita apparse sul pianeta: microrganismi fotosintetici, procarioti o eucarioti, sono presenti in tutti gli ecosistemi acquatici e terrestri esistenti. Questi organismi, che ancora oggi stanno alla base della catena alimentare degli oceani, furono i responsabili della comparsa dell’atmosfera terrestre grazie alla fotosintesi. Comprendono alghe verdi (chlorophyta), alghe azzurre (cyanobacteria) e alghe brune. Sono organismi a rapida crescita, capaci di vivere in un’ampia varietà di ambienti e condizioni estreme. Grazie alla loro struttura unicellulare primordiale, producono tutti i componenti biologici essenziali alla vita. La ricerca ha solo iniziato ad esplorare il grande potenziale della notevole varietà di specie (più di 6000 solo quelle attualmente descritte) e dei numerosi elementi biochimici ad alto valore aggiunto prodotti da queste biofabbriche in miniatura. Le micro alghe sono una fonte organica e rinnovabile in grado di rivoluzionare diversi settori biotecnologici.
COLTIVARLE? BASTA POCO
Le microalghe vengono coltivate all’aperto (con vasche raceways, in climi aridi) o in serra (con fotobioreattori, in climi temperati); quest’ultima modalità è preferibile per impieghi nutraceutici, farmaceutici e cosmetici. La coltivazione di questi organismi richiede tecnologie semplici e input limitati: acqua (riutilizzata pressoché integralmente nell’impianto), nutrienti base (N, P, K), CO2, aria atmosferica.
Il prodotto finale viene ottenuto per concentrazione del mezzo di coltura e si presenta come una pasta umida (biomassa); che, a sua volta, può venire sottoposta a procedimenti di essicazione o estrazione dei componenti utili.
Uno stabulario consente la conservazione dei ceppi e la loro propagazione per il periodico inoculo dei fotobioreattori.