View from behind of a Woman looking her reflection in the mirror

«Ha mai pianto per la bellezza?». La domanda arriva all’improvviso e diretta. Gian Antonio Negretti, noto imprenditore bresciano alla guida di Ng Group leader nella hair beauty, sa esattamente dove colpire perché conosce già la risposta. Identica a quella di tante donne: «Sì…».

IL SOGNO INFRANTO DI BELLEZZA
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Gian Antonio Negretti, noto imprenditore bresciano alla guida di Ng Group e autore del volume “La Cosmetica Umanistica”

E di colpo un flash: ricordi quel giorno in cui hai varcato la soglia del parrucchiere consigliato dall’amica o promosso dalla star di turno su riviste patinate, convinta che ne saresti uscita dopo un paio di ore con una chioma da sballo, identica a quella della modella di Vogue; ripensi, con altrettanta lucidità, anche alle lacrime versate e alla frustrazione provata per il sogno andato in frantumi. Perché, dopo un’estenuante seduta tra shampoo e lozioni, piastre e phon, il risultato è stato talmente deludente che il confronto tra l’immagine disegnata nella mente e quella riflessa dallo specchio è stato drammatico. «E’ la promessa infranta della bellezza e purtroppo accade molte più spesso di quanto si pensi con pesanti ricadute sull’intero sistema del beauty – afferma risoluto Negretti -. Il mio obiettivo è quello di evitarlo, o meglio ancora di annullare del tutto questa distanza che si è creata tra legittimo desiderio e realtà. La bellezza non deve fare soffrire, non può essere disumana».

BELLEZZA E UMANITA’

Bellezza e umanità, una relazione che ha generato uno scontro nel corso del tempo e che Negretti ha descritto bene nel suo libro «La Cosmetica Umanistica». Volume appena pubblicato e recentemente presentato, nel quale riassume la sua filosofia e indica le tre azioni indispensabili per sanare il conflitto e rimettere la persona al centro, ricucendo una relazione perduta.

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La relazione tra Bellezza e Umanità è ben descritta da Negretti nel suo volume di recente pubblicazione
LA FUGA DELLA CLIENTELA

L’analisi di Negretti sorprende perché disarma, mettendo a nudo un tabù: nessuno si aspetterebbe da un’imprenditore della bellezza una posizione così radicale che manda a monte ogni costrutto sul quale si è costruita nei decenni l’estetica moderna. «Resistenze ne ho incontrate, ma ho conosciuto molte persone, imprenditori e professionisti, che la pensano come me e hanno aderito al mio progetto – spiega Negretti -. Chiunque abbia un ruolo nel settore beauty ha il dovere di cercare il bello, il buono e il vero. Occorre invertire la rotta, perché altrimenti il settore è destinato a soccombere. E non lo dico io, lo dicono i numeri». Il pericolo è la disaffezione. E con approccio empirico, Negretti lo ha dimostrato, partendo da una ricerca che ha coinvolto Università e scienziati. Migliaia le donne intervistate, impietose le risposte: «Testimonianze che parlano di sfregio e questo è l’antitesi della bellezza che significa sorrisi, benessere, felicità, positività – racconta l’imprenditore annoverato tra i Pionieri della Bellezza -. Ed ecco che torno alla domanda iniziale: quante donne hanno pianto perché hanno investito nella bellezza senza mai trovarla, anzi sentendosi mortificate o addirittura sfregiate? Troppe».

LA DISAFFEZIONE DEL CLIENTE 

I numeri parlano chiaro e descrivono uno scenario a tinte fosche, ben lontane dal glamour mostrato su copertine e spot pubblicitari: «Prendiamo il settore che conoscono più da vicino, quello dei parrucchieri – inizia a illustrare Negretti alla guida di un gruppo da oltre 20 milioni di euro -. L’87% dei clienti non torna dopo la prima volta, una dispersione enorme che tocca anche punte del 90%».

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Obiettivo di Negretti è ridurre la distanza tra sogno infranto e realtà, cioè tra la bellezza e il sogno infranto di bellezza.
FORMAZIONE ED ETICA PER INVERTIRE LA ROTTA

Ma cosa è accaduto? Il cortocircuito tra bellezza e umanità ha ragioni che affondano nell’educazione e nella formazione. «I professionisti dai quali pretendiamo bellezza sono coloro che provengono dai centri di formazione professionale, luoghi che nell’immaginario collettivo assessore destinati  gli “scarti” della società. Uso queste parole che possono sembrare forti e fastidiose, ma non ci si può nascondere dietro ad un dito: chi non brilla alle medie viene caldamente incoraggiato a parcheggiarsi in questi scuole, giusto per avere un pezzo di carta in mano. Niente di più sbagliato: la scuola deve essere il punto di partenza per valorizzare un talento, fare uscire il meglio che c’è in ognuno di noi. Non deve più esistere questa ghettizzazione che poi a lungo andare si riflette sul mondo dell’occupazione, come è ormai evidente nel nostro settore». A cascata ogni segmento di mercato ne risente. Come nel retail dove all’interno dei negozi ci sono figure poco specializzate che consigliano prodotti per capelli o creme viso senza avere competenza. «E poi ci siamo noi, gli industriali – sottolinea Negretti – che non dobbiamo superare alcun esame e portiamo avanti da decenni una serie di consuetudini. Una comodità di pensiero che ci ha distolto dalle nostre responsabilità. ll mio intento è quello di rompere il circolo vizioso dell’adescamento cosmetico e di uscire dalla spirale che toglie energia all’utente finale. Obiettivo della cosmesi è migliorare l’armonia estetica e di conseguenza il benessere interiore. Quando non svolge questo suo ruolo crea disarmonia».

BELLEZZA
La bellezza va studiata, capita, perché affonda le radici nell’antichità dove veniva insegnata e coltivata con attenzione.
LICEO DELLA BELLEZZA E BEAUTY ANGELS

Nel suo libro “La Cosmetica Umanistica” fornisce anche delle azioni puntuali per ricominciare a credere nella bellezza. «Partendo dalla formazione il grande sogno è creare il Liceo della Bellezza: 5 anni di studi con pari dignità di Classico o Scientifico – spiega -. La bellezza va studiata, capita, perché affonda le radici nell’antichità dove veniva insegnata e coltivata con attenzione. La nostra storia è imbevuta di bellezza, il Made in Italy è conosciuto in tutto il mondo per questo. Chi si prende cura di noi deve avere strumenti adatti a farlo, e farlo bene». E’ così che nascono i veri professionisti della bellezza, che Negretti ha ribattezzato Beauty Angels: «Ambasciatori del bello, del buono e del vero – ribadisce – . Ogni salone, ogni centro, ogni negozio dovrebbe essere concepito per accogliere i bisogni dei clienti e dare risposte corrette e adatte, con professionisti aperti all’innovazione e non arroccati su vecchie pratiche. La professione della bellezza non può più essere un passatempo o un ripiego, ma una scelta convinta».

IL RUOLO DELL’ INDUSTRIA

E poi, come detto, tocca all’industria compiere il grande balzo: «Tutti gli attori devono ripensare ai propri paradigmi – conclude Negretti-. Nel mio viaggio mi sono circondato di compagni provenienti da svariati settori, apparentemente agli antipodi: ho voluto fare incontrare luminari del mondo scientifico con esponenti di quello umanistico, perché la ricerca della bellezza coinvolge tutti». Tirando le somme, la bellezza salverà davvero il mondo? «Nella misura in cui l’uomo sarà in grado di salvare la bellezza»