Il viaggio di scoperta tra le materie prime e le novità cosmetiche di Bregaglio è iniziato. Il primo visual Bpodcast dedicato all’ Upcycling, il riuso creativo, ha fatto il suo debutto il 21 gennaio su Binnovative, il canale YouTube dell’azienda.
Il tema del riuso creativo è di sicuro interesse e attualità perché, a differenza del tradizionale riciclo, l’ Upcycling dona agli oggetti e ai materiali di scarto nuova vita e un valore superiore a quello originario. Un passaggio fondamentale nel circolo virtuoso dell’economia circolare.
Di sicuro interesse è anche il format scelto da Bregaglio: il visual Bpodcast. Costruito su un sapiente mix di parole e immagini, proietta l’ascoltatore in una dimensione narrativa dove le immagini danno vita alle parole e le parole danno vita ad emozioni. “Un modo autentico e originale per sentirsi vicini anche quando si è lontani”, spiega Cristina Minelle, beauty marketing & coolhunter di Bregaglio.
Nel Bpodacst nulla è lasciato al caso e anche la B ha un significato particolare: “B come Bregaglio, come Binnovative la nostra aerea innovativa, come B-healthy la sezione nutraceutica, ma anche la B di ‘bellezza’ futura, quella su cui lavoriamo tutti i giorni”.
ALLE ORIGINI DELL’ UPCYCLING
Nel visual Bpodcast il racconto scorre veloce, mentre la voce narrante ripercorre le tappe salienti della storia del riuso creativo.
Tutto ha origine nel 1963 quando la Heineken inventa le Wobo, bottiglie di birra che una volta usate potevano trasformarsi in mattoni per la costruzione.
Le Wobo non ebbero successo ma diventarono una pietra miliare nella storia dell’architettura post-moderna: dieci anni più tardi furono d’ispirazione per gli architetti Jencks & Silver e la loro visione di progettazione, che rompe con gli schemi tradizionali e invita a guardare il mondo con occhi diversi.
Il Bpodcast ripercorre brevemente la storia del riuso creativo citando altri esempi emblematici di Upcycling che si sono succeduti nel tempo: da MYX, lo sgabello del designer danese Edvard composto da fibre vegetali di canapa e micelio di funghi, scarti provenienti dal mondo tessile e dal farm, alle opere di Rusak, l’artista che riutilizza gli scarti per trovare nuovi elementi decorativi per oggetti quotidiani: gommalacca, cera d’api, piante, fiori diventano vasi che con il tempo e il mutare delle condizioni dell’ambiente si sciolgono e variano forma.
E la moda? Anche qui l’esempi di Upcycling non mancano: dal worn wear di Patagonia’s hub, paladina dell’indossare ciò che è ‘consumato, vintage e remixato’, all’Upcycled (upcycold) Miu Miu, una collezione di pezzi vintage riciclati selezionati fra i mercatini e i negozi di tutto il mondo.
Nel food i casi di Upcycle sono tantissimi e nascono dal desiderio di limitare gli sprechi. Dal barattolo di Nutella che acquista “nuova vita” alle scatole per biscotti danesi che diventano portagioie.
IL RIUSO CREATIVO NELLA COSMETICA
In ambito cosmetico, in particolare nella produzione di materie prime, l’Upcycling è uno dei pilastro della sostenibilità 4.0. Superando i limiti del riciclo, l’ Upcycling delinea un processo produttivo in cui gli scarti non solo vengono reimpiegati, ma acquistano un valore maggiore del materiale originario.
I primi ad aver intuito le potenzialità del “riuso” creativo e i suoi numerosi benefici sull’ecosistema sono i consumatori che hanno compreso quanto l’Upcycicling possa migliorare l’impatto sull’ambiente: non solo si riduce la quantità di materiale a perdere, ma si combatte anche la mentalità usa e getta. Non solo. Il riuso creativo spinge i consumatori a superare i concetti di “vecchio” o di “brutto” e li sprona ad abbracciare una nuova coscienza verso ciò che riprende vita, verso ciò che fino a ieri era considerato out, offrendo a prodotti e materiali di scarto una seconda vita.
IL CAMPO BIO BUTANEDIOL PD
Tanti anche gli esempi di Upcycling che troviamo nel mondo cosmetico. Uno su tutti: il Campo Bio Butanediol IPD (Isopentyldiol naturale), una materia prima ottenuta con l’Upcycling e impiegata con successo nei prodotti make-up, skincare ed haircare.
L’Isopentyldiol è ottenuto dallo scarto del processo di estrazione dell’olio di Palma Rossa, pianta non coinvolta nelle problematiche legati alla sostenibilità dell’olio di palma.
Dalla spremitura a freddo dei semi si ottengono l’olio (Campo Elaisis fruit oil) e la polpa, che una volta veniva riciclata e utilizzata come fertilizzante generico. Nel processo alternativo di produzione progettato da Campo Research, la polpa esausta viene nuovamente pressata a freddo e passata in un bioreattore a carboni attivi ottenendo così l’isopentyldiol naturale. Grazie a questo processo non solo si riutilizza uno scarto, ma si dà origine a una nuova materia prima con un valore aggiunto.
Un esempio delle possibilità rigenerative della Terra e delle sue risorse, ma con un monito ben chiaro ad avere cura del Pianeta perché: “Chi distrugge il proprio suolo distrugge se stesso”.
A FEBBRAIO UN NUOVO BPODCAST
A metà febbraio Bregaglio lancerà un nuovo Bpodcast dedicato al Kintsugi, l’arte delle preziose cicatrici. “In Giappone quando si rompe una ciotola, una teiera o un vaso non lo si butta via ma con l’oro, l’argento liquido o con lacca con polvere d’oro lo si ripara”, spiega Cristina Minelle.
“Il nuovo manufatto, con le sue fratture dorate, diventa un pezzo unico e irripetibile. L’arte del kintsugi, che parte dall’idea che dalle imperfezioni può nascere una nuova forma d’arte, è una metafora di resilienza; un invito a non cancellare o nascondere le ferite della vita e le esperienze dolorose, ma a trasformarle in un percorso di crescita che ci rende unici”. Stay tuned!