Per l’industria italiana delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio il 2023 è stato un anno da record: fatturato oltre i 9 miliardi, in crescita dell’8%. È il terzo anno consecutivo che il settore cresce e registra ottime performance.
Bene anche l’export, che nel 2023 è cresciuto del 10,5%, con un volume d’affari che supera i 7,2 Mrd di euro (+10,2% vs 2022) e che rappresenta il 78,7% del fatturato totale (il mercato nazionale copre poco più del 21%). Sono alcuni dei dati contenuti nella 12° Indagine Statistica Nazionale del MECS – Centro Studi di Ucima, che fotografa l’andamento del comparto e che ha censito 594 aziende, per un totale di quasi 40.000 addetti.
A cosa si deve il crescente successo di questo comparto? La forza trainante risiede nell’altissima produttività ed efficienza degli impianti, nella qualità e capillarità della rete di subfornitura a disposizione delle imprese e nel continuo processo di interfaccia fra la ricerca interna alle imprese e le esigenze produttive dei clienti. Un mix virtuoso che riesce a superare l’incertezza geopolitica e commerciale internazionale.
EXPORT, CANALE STRATEGICO
Il settore, dal grande contenuto tecnologico ed estremamente competitivo, mostra un’ampia penetrazione commerciale in tutti i Paesi del mondo, con una particolare specializzazione verso il Nord e Centro-America e verso molte destinazioni europee che, complessivamente, per il futuro rappresenteranno interessanti mercati di sbocco per i macchinari italiani. Oggi, in cima alla lista delle aree di destinazione delle macchine made in Italy c’è l’Unione Europea, che assorbe il 37,3% dell’export per un valore di 2,7 miliardi; seguita dall’Asia, al secondo posto, con un valore di 1,47 miliardi di euro e un’incidenza del 20,3% sul fatturato, e dal Nord America con 1,2 miliardi di euro (17,3%). Seguono Europa Extra-UE (651 milioni di euro; 9%), Sud America (583,5 milioni di euro; 8%), Africa e Oceania rispettivamente con 456 e 135,8 milioni di euro (6,3% e 1,9%).
EMILIA, CULLA DELLA PACKAGING VALLEY
Le aziende che producono macchine per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. L’Emilia-Romagna si conferma il cuore pulsante della Packaging Valley, con oltre 200 imprese (pari al 34,5%) e un fatturato che sfiora i 6Mrd di € (pari al 62,6%), seguita da Lombardia, Veneto e Piemonte. Tra le province, Bologna e Milano superano Parma (terza) e Vicenza (quarta) per numero di aziende di macchine packaging, ma l’Emilia con Bologna, Parma, Modena e Rimini ha il primato assoluto in termini di occupazione e fatturato.
Se in Italia la leadership va al settore alimentare (food & beverage) che vale il 57,1% dell’intero volume d’affari, a crescere maggiormente sono il Chimico con un incremento del 26,6%, seguito dal Cosmetico (fatturato totale +7,6 vs 2022, di cui Italia +23,9%), che cresce del 23,9%. Sui mercati internazionali, invece, è il settore Beverage a trainare la crescita (+18,5% rispetto all’anno precedente) seguito dal settore Chimico (+16,5%) e dal settore “Altro” (+9%).
Le macchine vengono suddivise in tre gruppi: Packaging primario (di cui fanno parte Riempitrici e dosatrici, Chiuditrici, FS Machines, FFS e Termoformatrici) pari al 52,4% del fatturato; macchine per il Packaging Secondario (Astucciatrici, Avvolgitrici) che equivalgono al 20,4% del fatturato e Fine Linea, Labelling e Attrezzature ausiliarie (Macchine per palettizzare, depalettizzare, Etichettatrici, Dispositivi di ispezione e controllo) che occupano il restante 27,2%. Le macchine più vendute risultano essere le formatrici-riempitrici-chiuditrici (FFS) con il 22% delle quote totali, in crescita del 18,7%, seguite da riempitrici e dosatrici, con il 19% e una crescita del 9,7%.
Crescono numericamente le imprese medio-piccole, medie e medio-grandi (quelle al di sopra dei 5 milioni di euro e fino a 50 di fatturato), e l’occupazione con oltre 38mila addetti. I produttori italiani registrano i risultati migliori nel beverage e nel settore chimico, ma anche in alcuni importanti segmenti del settore Food, come il comparto Bakery. Da segnalare anche l’espansione delle imprese che lavorano nel comparto dei macchinari per il packaging primario.