Quanto vale la filiera industriale cosmetica italiana? Molto, anzi moltissimo. La conferma arriva dallo studio realizzato da The European House- Ambrosetti, prestigiosa società di consulenza internazionale, per conto del Polo della Cosmesi.
Lo studio offre uno sguardo attento e puntuale sul valore della filiera cosmetica italiana a monte dei produttori di Cosmetic Brands (cioè, le aziende conto terzi). L’analisi di The European House- Ambrosetti si è concentrata su tre dei quattro protagonisti del comparto industriale: produttori di macchinari, di packaging, formulatori conto terzi. Dall’analisi sono esclusi i produttori di materie prime.
Perché svolgere un’analisi così approfondita sulla filiera? Perché fino ad oggi è mancata una mappatura dettagliata che identificasse i confini e descrivesse performance e impatto economico di tale filiera. Lo studio, inoltre, offre un’interessante panoramica sulle sfide strategiche che attendono queste aziende. La ricerca commissionata dal Polo della Cosmesi nasce per colmare questo vuoto informativo.
“LA FILIERA INDUSTRIALE COSMETICA A MONTE DEI BRANDS supera i 5,7 MILIARDI DI EURO”
Iniziamo dalle dimensioni del comparto. La filiera industriale “a monte” è costituita da oltre 590 imprese, la maggior parte delle quali è localizzata in Lombardia. Secondo i dati pubblicati dal Sole24Ore e riferiti al 2017, il 65% del make-up di tutto il mondo e di tutti i più grandi marchi internazionali nasce nel distretto lombardo. In questa zona si concentra il 63% delle aziende della filiera per un fatturato di 3,5 miliardi di euro. Aziende per lo più “giovani”, il 31% ha meno di 10 anni, ma caratterizzate da forte specializzazione di conoscenze e competenze, flessibilità e orientamento al risultato.
GLI ASSET VINCENTI
Il profondo know-how nel cosmetico e i costanti investimenti in R&D sono gli asset sui quali poggia il successo internazionale di queste aziende. È l’export, infatti, a coprire in media il 49% del fatturato, con punte del 90%. Un’ulteriore conferma del valore del cosmetico Made in Italy. Oltre all’export, è sicuramente importante sottolineare anche l’impatto generato dalla filiera cosmetica “a monte” sull’economia italiana perché si tratta di imprese ad alto tasso di innovazione e con forti ricadute occupazionali: 17,6 miliardi di euro e più di 60.700 posti di lavoro.
UNA FILIERA IN FORTE CRESCITA
La filiera cosmetica “a monte” si caratterizza anche per la sua vitalità. Nell’ultimo triennio ha fatto registrare performance migliori rispetto all’industria manufatturiera: il tasso di crescita degli occupati è 9 volte superiore, mentre il valore aggiunto è 2,5 superiore. Il trend più dinamico si registra nel mondo dei macchinari, che fa segnare il più alto tasso di crescita occupazionale e di produttività e un fatturato di 368 milioni di euro. Se si prende in considerazione il fatturato, in cima alla classifica si posizionano i formulatori conto terzi, che da soli realizzano il 70% del fatturato dell’intera filiera per un valore superiore ai 3 miliardi di euro.
L’IMPORTANZA DEL NETWORKING
L’indagine realizzata da The European House- Ambrosetti mette in luce anche l’esigenza di rafforzare il network e le relazioni (verticali e orizzontali) tra imprese e tra imprese e istituzioni: un passo fondamentale per la filiera industriale cosmetica che, sempre di più, si configura come un cluster industriale di successo. Il processo di networking, già avviato e promosso dal Polo della Cosmesi sin dal 2004, oggi con lo sviluppo dell’Associazione gode di nuovo slancio e si pone come obiettivo quello di promuovere il valore del Made in Italy cosmetico in Italia e all’estero.
“la filiera industriale cosmetica si configura come un cluster industriale di successo”