IA e cosmetica: scenario attuale e opportunità per il futuro

intelligenza artificiale
Skinconsult AI di Vichy è in grado di valutare l’invecchiamento cutaneo fornendo consulenza sui prodotti di skincare più adatti a contrastarlo.

Secondo uno dei più recenti rapporti IDC, gli investimenti in IA dovrebbero raggiungere 200Mrd di $ nel mondo entro il 2025 (di cui il 50% negli Stati Uniti). Quanti di questi investimenti riguarderanno la Cosmesi? Sicuramente non pochi.

L’IA nella cosmesi è declinabile in molteplici maniere – spiega Valeria Novellini, analisti del Centro Studi de Il Sole 24 Ore (per scaricare l’ultimo rapporto cliccare qui) -. In primo luogo nella produzione: può essere infatti impiegata per velocizzare il controllo qualità, tanto che esistono già software appositi. E naturalmente nella logistica per una più efficiente gestione del magazzino. Poi nell’analisi predittiva, allo scopo di analizzare masse di dati che consentono di delineare le tendenze future in base alle richieste dei consumatori. Perfino osservando le tendenze emergenti sui social media come Instagram e TikTok, e consentendo così anche di creare campagne di marketing più efficaci scegliendo inoltre i media più consoni alla Generazione Z (che si affaccia ora sul mercato della cosmesi)”. 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE & COSMETICA

Dato che le attuali preferenze dei consumatori sono rivolte a una sempre più accentuata personalizzazione dei prodotti cosmeticiprosegue la Novellinil’intelligenza artificiale consente già di creare, ad esempio, fragranze o prodotti per il make-up partendo da molecole bioidentiche a quelle che si trovano in natura partendo, comunque, da cellule vegetali, il che permette di non danneggiare l’ambiente e sprecare risorse naturali, e richiede inoltre minore impiego di acqua e manodopera rispetto alle lavorazioni tradizionali. Tutto ciò va incontro alla crescente richiesta di prodotti cosmetici sempre più sostenibili e “green”: e l’IA può essere d’aiuto anche nell’approvvigionamento di materie prime sostenibili, la gestione dei rifiuti, il riutilizzo degli scarti nell’ottica dell’economia circolare e la creazione di imballaggi più light ed “eco”. E non dimentichiamo le tecnologie basate sull’IA che sono in grado di prevedere il potenziale sensibilizzante degli ingredienti cosmetici con un’accuratezza paragonabile ai test “in vitro” attualmente in uso”.

ESEMPI DI SUCCESSO NELLA COSMETICA, DA ESTEE LAUDER A L’OREAL

La personalizzazione si declina anche nell’offerta di app (sempre costruite in base all’IA) che consentono agli utenti di visualizzare, senza provarli direttamente, quali siano i colori più adatti alla propria carnagione nell’ambito dei prodotti di make-up. Gli esempi non mancano. “Non si può fare a meno di citare il “Rouge sur Mesure Device” di YSL Beauty che sin dal 2011 permette di creare una tonalità di rossetto unica partendo da una palette di ben 4.000 colori base. Nu Skin invece, tramite l’app Vera, offre ai clienti consulenze personalizzate sullo skincare, ed esiste anche l’app Stela rivolta questa volta ai rivenditori. Già. Perché dopo la pandemia i canali professionali della cosmesi (centri estetici e parrucchieri) stanno faticando a riprendere il trend di crescita e la possibilità di una consulenza personalizzata aiutata dalla tecnologia non è da trascurare. Nelle catene di profumeria come Sephora (gruppo LVMH) è stata già introdotta “Sephora Virtual Artist”, app che impiega l’IA e la realtà aumentata per far provare “virtualmente” ai clienti i prodotti di make-up. Vi sono app anche per l’haircare, tra le quali in primo luogo K-Scan di Kerastase che permette di analizzare capelli e cute; e perfino un’app ideata da Maybelline in collaborazione con Microsoft Teams finalizzata a come apparire perfetti durante le videocall. Di fatto, ormai chiunque può scoprire quali siano i prodotti di bellezza più adatti a sé e perfino crearli”.

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Sephora Virtual Artist, app che impiega l’IA e la realtà aumentata per far provare “virtualmente” ai clienti i prodotti di make-up

Pioniera dal lato tecnologico è stata l’azienda statunitense Perfect Corp. che, operando in modalità SaaS (Software-as-a-Service), ha offerto al gigante della cosmesi statunitense Estée Lauder la soluzione “youCam Make-up Virtual Try On” tramite la quale le clienti possono “provare” direttamente sul proprio viso rossetti e fondotinta, nonché l’app VMA (Voice-enabled Make-up Assistant), che impiega sia la realtà aumentata sia l’intelligenza artificiale per analizzare il make-up sul viso dell’utente e fornire feedback audio che suggeriscono eventuali necessità di ritocchi. Questa app può essere pertanto usata anche da persone ipovedenti. Perfect Corp. ha anche sviluppato una tecnologia proprietaria per l’analisi della pelle che partendo da una foto dell’utente è in grado di individuare ben 14 problematiche cutanee. Anche Skinconsult AI di Vichy è in grado di valutare l’invecchiamento cutaneo fornendo consulenza sui prodotti di skincare più adatti a contrastarlo.

Nella scia dell’aiuto alle persone che devono convivere con qualche forma di disabilità si pone anche Hapta di Lancome (gruppo L’Oréal), primo dispositivo al mondo di make-up “intelligente” che consente a persone con mobilità limitata nelle braccia di applicare il trucco in maniera più precisa.

In precedenza L’Oréal aveva anche lanciato Coloright, sistema Virtual Try-on che, grazie all’intelligenza artificiale, permette ai parrucchieri di far provare ai clienti la tinta di capelli desiderata e di crearla sul momento in oltre 1.500 sfumature. Mentre Estée Lauder ha lanciato in Cina un “sistema di raccomandazione di fragranze” che offre suggerimenti personalizzati basati sull’IA.

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Coloright di L’Oreal Paris, sistema Virtual Try-on che, grazie all’intelligenza artificiale, permette ai parrucchieri di far provare ai clienti la tinta di capelli

Ora disponibili prodotti cosmetici letteralmente “creati” da una community e realizzati dall’intelligenza artificiale: è il caso dello smalto “Pretty Nail Graffiti” del marchio Kiki World. La community può votare i nuovi colori da lanciare e tale partecipazione dà diritto a “punti fedeltà” che consentano di ottenere uno sconto quando il nuovo colore viene messo in vendita.

Infine – prosegue Valeria Novellini – poiché un trend ormai affermato e in crescita da anni è quello dell’acquisto di cosmetici on-line, ecco che l’IA offre un aiuto non solo ai consumatori per provare “virtualmente” i prodotti prima dell’acquisto, ma anche alle società produttrici con la creazione di chatbot che fungono letteralmente da “shopping assistant”, a cui si possono porre quesiti e sono ovviamente disponibili 24 ore su 24. Sono inoltre integrabili con le più popolari piattaforme di social media come WhatsApp, Facebook e Instagram, a seconda dell’età degli utenti a cui ci si desidera rivolgere. Questi chatbot possono essere costruiti anche per seguire la fase post-vendita dei prodotti suggerendo agli utenti le migliori modalità di utilizzo ed impostando la routine cosmetica più adatta”.

Il brand Elizabeth Arden ha lanciato un vero e proprio “negozio virtuale” che impiega l’IA generativa per creare immagini di marketing. Tale negozio si ispira allo storico salone dell’azienda sulla Fifth Avenue a New York e, oltre a informazioni sui prodotti, include un mini-museo on-line sulla storia del brand. Insomma, l’IA permette di venire incontro a tutto tondo ai nuovi “digital beauty consumer”.

TANTI PRO 

Solo vantaggi dall’IA per la Cosmesi dunque? In gran parte sì. Ma non bisogna dimenticare che i programmi di intelligenza artificiale sono creati dall’uomo e possono quindi essere influenzati da “bias” originari. Un recente studio a cura di A.Georgievskaya e altri ricercatori ha infatti sottolineato che, realizzando app per la consulenza di prodotti di skincare e make-up rivolte alla clientela finale, vi è la possibilità che i dati immessi trascurino le specificità di tipologia e colorazione di pelle presenti in quote di minoranza della popolazione di riferimento, oppure non tengano conto delle differenti accezioni di ciò che è considerato “bello” nelle diverse culture. Ma con l’andar nel tempo e il veloce progresso dell’IA anche a queste “imperfezioni” si potrà sicuramente trovare rimedio.