Nel settore delle macchine per il confezionamento e il packaging si respira un certo ottimismo. E non a torto. I dati resi noti da Ucima, associazione nazionale di categoria che riunisce i costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio, fotografano una certa vivacità nel settore, con un primo semestre 2021 caratterizzato da performance vicine a quelle (record) del 2019.
Numeri che riflettono l’alta qualità dei macchinari prodotti nel nostro Paese e la bontà del lavoro fatto nel 2020, quando le aziende hanno colto il difficile momento per investire nel potenziamento delle tecnologie digitali. E i risultati non si sono fatti attendere. Nei primi mesi del 2021 hanno fatto registrare segno positivo sia l’export (+19,3% vs 2020) che il mercato interno che, dopo il +1,9% del 2020 (vs 2019), vola a +31,2%.
La richiesta di macchine non solo non si è fermata durante la pandemia, ma cresce vorticosamente. Nella cosmetica più che in altri settori. Se Food & Beverage, che rappresentano da soli più del 58% del fatturato dell’intero comparto, chiudono con un +1,7% (vs 2019), a volare è il cosmetico: il fatturato tocca 348,7 MLN di € (+11,2%).
In termini di tipologia produttiva, la parte del leone la fanno le macchine per il packaging primario con il 53,2% della distribuzione del fatturato, seguite dal packaging secondario (18,8%) e dalle macchine per il fine linea (13,9%). E il futuro? Roseo. Per il II° semestre 2021 ci si aspetta un trend positivo, trainato anche dalla crescita dei mercati internazionali.
Matteo Gentili, Presidente di Ucima, commenta con noi i dati del settore.
Parliamo delle macchine packaging. E’ vero che i primi 6 mesi del 2021 hanno fatto registrare un +21% rispetto al 2020, con livelli pari al 2019?
Il centro studi di Ucima-Mecs ha registrato un +21% rispetto allo stesso periodo del 2020 con una differenza del solo -1,8% rispetto al primo semestre del 2019, anno del record con il superamento degli 8 miliardi di fatturato complessivi. Il tasso positivo non riguarda solo il fatturato ma anche gli ordini che sono aumentati del 10,7%
La ripresa sta interessando anche il mercato internazionale. Attualmente, quali sono i Paesi sui quali si concentra maggiormente l’export?
Tra gennaio e giugno l’export ha segnato un +19,3%. L’Unione europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine italiane per il packaging e assorbe il 41% del fatturato totale. A seguire l’Asia, con un’incidenza del 19,4%, e dal Nord America al terzo posto, con il 14,4%. Il Nord America è l’unica macroarea che, con un +5,9%, registra una crescita del fatturato rispetto al 2019, anno in cui l’export si fermò a 691,9 milioni di euro. Seguono Europa extra-UE, Africa e Oceania e Centro e Sud America
Come si era chiuso il 2020?
L’anno scorso è stato sostanzialmente confermato il giro d’affari dell’anno precedente. Dopo il record del 2019, il comparto nel 2020 ha registrato un calo contenuto, pari al -2,9%, assestandosi su 7,81 miliardi. Un risultato in linea con i 7,9 miliardi del 2018. L’anno alle spalle ha visto inoltre aumentare sia il numero delle aziende censite con un +3,1%, sia il numero degli occupati, salito a 35.630 addetti, con una crescita del 7%”.
La richiesta di macchine per l’industria cosmetica non si è mai fermata in questi due anni. Come spiegate questo dato?
Il settore cosmetico lo scorso anno e questo in scia ha subito un’impennata nella richiesta e di conseguenza della produzione, tra i vari prodotti, di igienizzanti. E nel 2020 ha registrato una crescita del fatturato dell’11,4%.
Quali sono le aspettative per il secondo semestre 2021?
I dati del primo semestre dicono molto della bontà del lavoro fatto nel 2020, quando le nostre aziende non si sono mai fermate. Anzi, il comparto ha colto l’occasione della difficile situazione nazionale e internazionale per migliorare e affinare ulteriormente le proprie soluzioni sul fronte delle tecnologie digitali e, per ora, ne stiamo vedendo i frutti. La tenuta del 2020 e la crescita dei primi 6 mesi del 2021 confermano la solidità e il dinamismo del nostro settore che resta particolarmente strategico nel panorama dei produttori di beni strumentali made in Italy. Per la seconda metà dell’anno c’è fiducia, anche perché in diversi mercati si registrano aspettative di crescita.