tatuaggi

E’ da molti anni un fenomeno di costume e di massa, con importanti risvolti economici. Ma i tatuaggi, pratica antica di cui ci sono pervenute testimonianze risalenti ad oltre 5.000 anni fa, comportano anche alcuni potenziali rischi per la salute. Tra le problematiche c’è la crescente richiesta di eliminazione del disegno nato per essere permanente attraverso l’introduzione di pigmenti esogeni nel derma.

Basta una rapida revisione della letteratura scientifica recente per rendersi conto di quanto velocemente si stiano sviluppando metodi per la rimozione del tatuaggio e si stiano moltiplicando gli studi clinici sulle caratteristiche di efficacia e sicurezza delle diverse procedure – spiega Teresa De Monte, medico chirurgo e docente universitaria -. Sfortunatamente il tatuaggio è una pratica invasiva destinata ad ottenere risultati permanenti perciò le procedure di eliminazione di rado conseguono risultati soddisfacenti”.

L’ALLARME DEI DERMATOLOGI

Con il crescente interesse per i tatuaggi, sta crescendo anche l’attenzione sanitaria dovuta alla consapevolezza che tale pratica può produrre effetti indesiderati anche gravi. L’allarme arriva soprattutto dai dermatologi, ma anche da organismi ufficiali per la tutela della salute che segnalano l’emergere di nuovi rischi come gravi reazioni avverse infiammatorie, immunitarie, infettive e non infettive, con significativa morbilità tra persone altrimenti sane. “Le infezioni, dovute prevalentemente all’inchiostro come principale fonte di contaminazione, possono essere particolarmente pericolose perché sostenute da ceppi antibiotico resistenti – sottolinea la dottoressaSoltanto il 40% delle persone tatuate è consapevole di possibili rischi per la salute. Il 3,3% dei tatuati dichiara di aver avuto complicanze o reazioni quali dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus ma di questi solo il 12,1% si è rivolto ad un dermatologo o al medico di famiglia (il 9,2%), il 27,4% si è rivolto al proprio tatuatore, e più della metà (il 51,3%) non ha consultato nessuno. Il 58,2% degli intervistati dichiara di essere informato sui rischi e la percezione sui rischi considerati più frequenti riguarda le reazioni allergiche (79,2%), l’epatite (68,8%) e l’herpes (37,4%). Soltanto il 41,7% è adeguatamente informato sulle controindicazioni alla pratica del tatuaggio.

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COME UN PICCOLO INTERVENTO CHIRURGICO

I tatuaggi permanente possono comportare problemi di salute e possono avere un potenziale ruolo nella cancerogenesi, perciò questa realtà non può essere trascurata dai servizi sanitari. “In particolare, dovrebbe essere aumentata la consapevolezza negli operatori e negli utenti che il tatuaggio, oltre ad essere una forma d’arte, comporta un’esposizione interna a una miscela di ingredienti che non sono stati caratterizzati in relazione ai possibili effetti avversi sulla salute – commenta De Monte – Anche i medici dovrebbero essere consapevoli che il tatuaggio può avere conseguenze sulla salute in quanto espone l’individuo al trauma dell’ago che lede la barriera cutanea, all’introduzione di particelle e di sostanze chimiche e alla vulnerabilità della fase postoperatoria”.

Il tatuaggio è a tutti gli effetti un intervento chirurgico minore, doloroso, eseguito senza anestesia e per questo può essere associato a sincope – spiega De Monte – Si valuta che disturbi cronici intermittenti e lievi colpiscano 4/10 di tutti le persone tatuate e 2/10 sviluppano sensibilità al sole. Le complicanze croniche con allergia e noduli dovuti all’agglomerazione dei pigmenti e alla formazione di corpi estranei generano malattie della pelle e le reazioni ai tatuaggi con inchiostro nero sono fortemente associate alla sarcoidosi”.

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INCHIOSTRO SOTTO LA LENTE

Le reazioni di ipersensibilità ai pigmenti non sono prevedibili e nonostante le misure di controllo normativo sulla produzione di inchiostro per evitare l’introduzione di prodotti tossici, cancerogeni e/o immunogenici, si possono verificarsi. “Come raccomandazione preventiva, prima di procedere al tatuaggio – continua la dottoressa – i pazienti con patologie sistemiche o cutanee o fattori di rischio per melanoma o altri tumori cutanei o con sofferenza cardiaca dovrebbero richiedere il parere del medico specialista. Quando ha in cura un paziente tatuato, è importante che il medico sia allertato sulle patologie eventualmente ricollegabili alla pratica del tatuaggio non solo per quanto riguarda le reazioni localizzate ma soprattutto per quanto riguarda malattie sistemiche e infettive sostenute da germi antibiotico-resistenti. Infine, tutti dovrebbero essere consapevoli del fatto che la pratica del tatuaggio, come pure la rimozione del tatuaggio stesso, non sono esenti da rischi e che queste pratiche vanno effettuate esclusivamente presso centri specializzati e da personale adeguatamente preparato”.

BODY ART IN SICUREZZA

Ad oggi, le indagini epidemiologiche effettuate in Italia dimostrano che a fronte di una grande diffusione dei tatuaggi, le conoscenze relative sono scarse e inadeguate. “A sostegno degli interventi sanitari sono inoltre necessarie misure internazionali per la tutela dei consumatori e scenari armonizzati per la valutazione del rischio relativo agli inchiostri – continua De Monte -. Queste valutazioni dovrebbero portare all’approvazione di sostanze e delle relative dosi sicure per l’applicazione intradermica tuttavia, a causa delle informazioni insufficienti su biocinetica e metabolismo dei pigmenti, probabilmente non sarà possibile avere risposte esaustive a breve termine. Nel frattempo, l’esclusione graduale e/o la limitazione delle sostanze per le quali esistono prove di effetti nocivi sulla salute potrebbero migliorare la tutela del consumatore. Sarebbe anche opportuno e utile includere di routine le informazioni sulla body art nei questionari anamnestici dei pazienti sia per identificare e trattare eventuali conseguenze sanitarie sia per potenziare gli studi epidemiologici ad oggi ancora carenti. Infine, ma non ultimo per importanza, bisogna considerare che le complicanze del tatuaggio hanno effetti sulle condizioni generali di salute e anche sulla sfera psico-sociale ed è quindi necessario pianificare efficaci strategie di comunicazione e di promozione della salute dedicate soprattutto ai più giovani”.

QUALI SONO I DISTURBI DA TENERE D’OCCHIO

I disturbi lievi, in particolare la sensibilità al sole, sono molto comuni e osservati in circa il 20% dei casi. Le complicanze mediche sono spesso dovute all’allergia agli apteni dei pigmenti del tatuaggio o agli apteni generati nella pelle specialmente dai tatuaggi rossi, ma anche dai tatuaggi blu e verdi.

Nonostante oggi si sia passati nella composizione dei pigmenti del tatuaggio dai sali metallici agli azocolori industriali – continua De Monte – persistono reazioni di ipersensibilità che includono, tra gli altri, manifestazioni eczematose, granulomatose, lichenoidi e pseudo-epiteliomatose. In generale, la letteratura riporta che le reazioni avverse sono dovute soprattutto agli inchiostri colorati e che le zone del corpo più colpite sono le estremità. Le infezioni da tatuaggi, dovute in particolare a ceppi di stafilococchi resistenti a terapia antibiotica, possono essere particolarmente gravi ed evolvere in sepsi potenzialmente letale. Il vettore di rischio principale è l’inchiostro contaminato che rappresenta una finestra aperta alle infezioni che possono produrre una massa contaminata. Per quanto riguarda gli aspetti oncologici, non è stata accertata una relazione tra formetumorali e tatuaggi”.

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Infezioni

Oltre alle infiammazioni possono verificarsi anche infezioni, dermatite allergica e altre risposte immunitarie non ben caratterizzate. In generale, grazie al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie quale l’utilizzo di aghi monouso, le principali complicanze infettive correlate all’epatite e alle infezioni retrovirali umane sono diminuite significativamente rispetto al passato. L’epatite B e C e il virus dell’HIV trasferiti mediante tatuaggi rimangono un rischio significativo che richiede una prevenzione attiva.

Reazioni immunitarie

L’introduzione di pigmenti esogeni e coloranti durante il tatuaggio può innescare un’ampia gamma di reazioni cutanee con modelli istologici che vanno da reazioni eczematose e linfaticoistiocitarie a un modello più “organizzato” come il lichenoide, corpo estraneo granulomatoso opseudolinfoma.

Le reazioni immunitarie conseguenti al tatuaggio presentano delle particolari caratteristiche. Infatti, molti pazienti che presentano reazioni immunitarie ai tatuaggi non reagiscono al test cutaneo (patch test) perciò si ipotizza che gli antigeni contenuti nei coloranti o nei pigmenti siano molecole così piccole da dover essere aptenizzate per essere in grado di reagire con specifici anticorpi e diventare quindi immunogenici. A seguito del tatuaggio si può verificare peggioramento di malattie autoimmuni quali psoriasi e dermatite atopica. L’assenza di un test allergicoaffidabile da utilizzare per i colori da tatuaggio è un problema significativo non solo perché talicolori, specialmente il rosso, causano severe complicazioni ma anche perché inducono ipersensibilità e sensibilizzazione verso i coloranti tessili.

Tatuaggi e cancro

La dermatologia sta indagando su questa possibilità. Il trauma indotto dalla procedura è stato tipicamente identificato come una delle cause principali e i pigmenti del tatuaggio non rimangono inerti nel derma. La reazione infiammatoria non è solo immediata ma si verifica nel corso della vita del portatore nel tentativo di eliminare il materiale estraneo. Infiammazioni croniche cutanee e il processo di cicatrizzazione a seguito di un tatuaggio che è molto diverso da altre cicatrici come quelle da ustione, possono essere alla base dello sviluppo di Basal Cell Carcinoma (BCC), Squamous Cell Carcinoma (SCC) echeratoacantomi.