Esemplari di studio, campionature, piccole produzioni; in tutti questi casi la stampa 3D può aiutare ad ottimizzare le fasi produttive e ottenere risultati migliori. La creazione di prototipi è un passaggio fondamentale per tutte le aziende che concettualizzano e producono qualunque tipologia di prodotto.

“Attualmente tra le attività che ci vengono richieste maggiormente c’è la produzione di campionature con materiali tecnici – spiega Andrea Aiolfi co-founder di Stampa 3D, società cremasca -. Rispetto al passato sono aumentate notevolmente le richieste di prototipi funzionali a scapito di quelli volumetrici o estetici; l’introduzione di materiali tecnici sul mercato ha arricchito ulteriormente lo scopo della prototipazione fornendo funzionalità sempre più simili a quelle dei prodotti finiti.

I case study di maggior successo sono legati proprio allo studio di soluzioni che affianchino alla ricerca e sviluppo del design di prodotto anche la simulazione delle caratteristiche meccaniche finali o la performance meccanica in fase di test (resistenza alle temperature, resistenza alla trazione, resistenza all’usura per sfregamento, etc.)”.

Stampa digitale UV su contenitori in alluminio

“Se dovessi scegliere il più rappresentativo tra i casi di successo che abbiamo trattato negli ultimi anni è sicuramente la sostituzione tecnologica dell’alluminio. Grazie alla collaborazione a stretto giro con il reparto ricerca e sviluppo del nostro cliente abbiamo individuato una resina fotosensibile che garantisce una tenuta in compressione molto simile a quella dell’alluminio. Così facendo, siamo riusciti a sostituire al 100% la prototipazione metallica (costosissima e lentissima) che veniva fatta dall’azienda con questa resina, fornendo al nostro cliente una possibilità di risparmio sul budget dedicato alla prototipazione del -40% e un delivery-lead time -200% rispetto a quello che faceva abitualmente. In ambito cosmetico, questa resina trova ampi margini di applicazione nella gestione delle linee produttive più che nella prototipazione di packaging primari.”

Anche se non strettamente legato alle tecnologie di stampa 3D, ormai da qualche anno è stato introdotto nel parco macchine di Stampa 3D una stampante UV dedicata alla stampa in quadricromia sui packaging. “Attualmente moltissime aziende acquistano all’estero i pack per i propri prodotti e hanno la necessità di stamparci sopra il proprio logo o quello del loro cliente, questa macchina ci permette di realizzare piccole serie produttive (fino a 4000/5000 unità) in tempi relativamente brevi con un risultato veramente molto simile a quello di una linea produttiva “definitiva” ma con volumi sensibilmente inferiori”.

Timbro per pressa manuale con tasselli modificabili per una trousse da 6 polveri

Le bioplastiche stanno trovando ampi margini di applicabilità nel packaging cosmetico; quello che solitamente non si conosce è che queste bioplastiche computabili venivano utilizzate in stampa 3D da prima che diventassero “di moda” anche nella produzione di packaging.

“Di conseguenza si è creata una nicchia di richiesta di prototipazione con lo stesso materiale che verrà poi utilizzato in produzione, per mantenere una compatibilità chimica vicina il più possibile con quella finale. Questo fattore si è sposato perfettamente con l’ampia sperimentazione che questa bioplastica ha sempre avuto nell’ambito della stampa 3D”.

Ma quali saranno in futuro i prossimi passaggi? “Ormai sono quasi 9 anni che affianchiamo le aziende cosmetiche del territorio cremasco fornendo consulenza e formazione sull’introduzione delle tecnologie di prototipazione in azienda, le richieste del mercato in questi anni sono cambiate tantissime volte passando attraverso diversi temi: quantità da produrre, qualità del prototipo, finitura del prototipo, campionature, materiali tecnici, materiali economici. Penso che il futuro ridurrà sempre di più il gap che c’è tra prototipazione e produzione, rendendo sempre più sottile la linea di demarcazione tra prototipo di sviluppo, campionatura e produzione”.