Non basta impugnare la matita per tracciare un contorno ben fatto. Ma bastano sei passaggi chiave per avere labbra perfette. Parola di Stefano Anselmo, truccatore conosciuto in tutto il mondo e che ha lavorato con le più importanti star della musica e della moda (suoi sono i maquillage delle folli copertine di Mina, gli innumerevoli look della fatale Anna Oxa, gli effetti speciali di numerosi spot pubblicitari) e ora in libreria con l’ultimo suo volume dedicato alle labbra “Tutto sulle labbra – Gli strumenti e le tecniche per abbellire le labbra e il loro contorno” (Edizioni Lswr).
“Occorre ragionare e scegliere la giusta forma per ogni singolo punto. Questo perché il disegno delle labbra è composto da più tratti che possono essere lunghi o meno lunghi, molto o poco arrotondati e più o meno inclinati verso l’alto o verso il basso. Soffermatevi quindi su ognuno di essi e fatevi un progetto mentale del tipo di bocca che vorreste ottenere tenendo conto però che spesso il risultato dovrà essere un compromesso tra la forma ideale e quella naturale“.
Disegnare il contorno
Dopo aver incipriato le labbra, si disegnano i contorni e poi si stende il rossetto. Sono preferibili le matite di media durezza tali da consentire un tratto nitido e preciso. La matita permette di “modellare”, di riproporzionare la bocca, di dissimulare le eventuali asimmetrie e impedisce al rossetto di insinuarsi nelle piccolissime pieghe che possono formarsi dopo una certa età.
Per far sì che la linea tracciata sia sempre nitida, bisogna temperare la matita ogni volta prima di usarla: un’azione necessaria dal punto di vista grafico e profilattico. Oggigiorno le matite possono risultare eccessivamente morbide e quindi difficili da affilare. Evenienza che rende più difficile tracciare un segno nitido o leggero. In questi casi, incipriare leggermente le labbra può attenuare il problema.
Il colore della matita
Deve essere di un colore appena più scuro del rossetto per evidenziare il rilievo della bocca.
Il colore del rossetto
Oltre che accordarsi con tutti i colori del viso, deve armonizzare con quello degli abiti. Colori neutri come quasi tutti i marroni, il grigio e il nero, consentono maggiore libertà di scelta, ma con tonalità sul blu e soprattutto le tinte forti sul rosso, rosso arancio, bordeaux, prugna, viola, eccetera, il rossetto va scelto tra le tonalità che non stridano.
“In genere, per la sera, su abiti neri o blu risalteranno gradevolmente rossetti accesi. Questo in generale ma, come sempre nel nostro mestiere, tutto dipende dal carattere e dalla tipologia cromatica della persona. Se la vostra cliente porta uno smalto per unghie colorato, il rossetto non deve essere necessariamente identico ma può semplicemente intonarsi allo smalto per unghie. In altre parole, può essere dello stesso colore o in sfumatura più chiara o più scura o decisamente diverso purché intonato. Nella moda alcuni colori di rossetto sono passati alla storia: dai rossetti “neri” delle dive cinematografiche degli anni ’20 e ’30, al famoso rosso Marylin, al Rosa baby di Brigitte Bardot, al “Mon rouge” di Paloma Picasso“.
Il colore dell’incarnato
Com’è risaputo, l’intensità di un colore viene visivamente condizionata dalla dominante cromatica circostante. Su un soggetto con un incarnato chiarissimo e pallido, con ciglia e sopracciglia bionde, un qualsiasi cosmetico colorato risalterà con grande evidenza rispetto allo stesso colore applicato su un viso mediterraneo con colori più scuri.
“Provate a tracciare un segno con un pennarello rosso di medie dimensioni su un foglio bianco e poi su uno ocra, rosa, rosso, marrone e nero. Noterete che la brillantezza e l’intensità del rosso risulteranno diverse tra loro. Se poi tracciate lo stesso segno su un cartoncino azzurro e uno giallo, otterrete nel primo caso un rosso più violaceo e nel secondo un colore più vicino all’arancio.
Qualche cosa di simile avviene anche sul volto umano dove il contesto cromatico generale del viso della persona può trasformare un colore ombra in un punto luce o attenuare e, in alcuni casi azzerare, l’intensità di uno chiassoso“.