Tra gli ingredienti, lo zucchero è spesso accusato di essere il responsabile di numerosi problemi di salute, il suo uso eccessivo può provocare malattie cardiovascolari, ictus e patologie autoimmuni.
Risulta essere dannoso anche per l’epidermide, favorendo l’invecchiamento precoce, rendendo la cute spenta e opaca, più fragile e quindi più predisposta alla cute. Eppure, a sorpresa, lo zucchero può essere un valido alleato della bellezza. In che modo? Basta sapere scegliere lo zucchero, o meglio, gli zuccheri buoni.
“Quando comunemente si parla di “zucchero”, si fa riferimento al “saccarosio”, un dolcificante naturale che siamo abituati ad aggiungere alla tazzina di caffè o nel dessert. Questo zucchero, se utilizzato in quantità eccessive o in soggetti predisposti, può creare seri problemi di salute – spiega la professoressa Piera di Martino dell’Università di Chieti e Pescara -. Al contrario, ci sono molti altri “zuccheri” disponibili in natura e che più propriamente chiamiamo “carboidrati”. Si tratta di molecole che possono essere semplici, come monosaccaridi e disaccaridi (cioè costituiti da una o due molecole di zucchero) come appunto il saccarosio, che è costituito da una unità di glucosio e da una di fruttosio, oppure possono essere molecole più complesse e grandi, chiamate “polisaccaridi”, date dalla ripetizione di più unità di zuccheri semplici, come per esempio, la cellulosa oppure l’amido, costituenti principali di pasta, pane, di cereali in genere, ma anche di legumi. Quindi, possiamo dire che con il termine di “zuccheri” o “carboidrati” identifichiamo una classe molto ampia di composti, che pertanto avranno caratteristiche diverse. Veniamo quindi ai nostri cosmetici. Proprio in base alle caratteristiche di questi diversi composti, gli zuccheri possono svolgere diversi ruoli benefici quando inseriti nei cosmetici”.
Quali sono gli zuccheri buoni per la pelle?
“Partiamo dagli zuccheri semplici. Tra questi troviamo glucosio, fruttosio, ribosio. Nonostante la loro capacità di attraversare la barriera cutanea non sia molto alta, riescono comunque ad arrivare allo strato corneo e a richiamare acqua all’interno di esso, aumentandone il contenuto di acqua e dunque l’idratazione. Del resto, piccole molecole di zucchero sono anche presenti nel Natural Moisturing Factor o NMF, il fattore di idratazione naturale della nostra pelle, contenuto all’interno dei corneociti e che è uno dei responsabili del mantenimento della quota idrica della nostra pelle.
Il meccanismo di idratazione tipico di piccole molecole idrofile è quello di riuscire ad arrivare allo strato corneo ed aumentare la quantità di acqua contenuta in esso, limitandone anche la perdita. E’ un meccanismo che è tipico dello stesso acido ialuronico a basso peso molecolare. Ed infatti anche l’acido ialuronico è un carboidrato, classificato come un glicosaminoglicano, e la cui molecola è formata dalla ripetizione di due zuccheri semplici, l’acido glucuronico e la N-acetilglucosamina. L’acido ialuronico ha effetti benefici diversi sulla pelle a seconda del suo peso molecolare: a basso peso molecolare riesce a penetrare nello strato corneo richiamando acqua grazie alla sua elevata idrofilia. Ad alto peso molecolare invece forma un film permeabile sulla pelle migliorandone l’aspetto e potendo anche favorire l’idratazione cutanea. Altri zuccheri molto interessanti per la pelle sono i cosiddetti “prebiotici”, cioè gli alimenti dei microrganismi “buoni” presenti sulla nostra pelle o in generale sui nostri tegumenti esterni (mucose esterne). Tra questi ricordiamo sia zuccheri semplici, come il lattulosio, un disaccaride composto da fruttosio e galattosio, sia zuccheri polimerici come l’inulina e i beta-glucani. Essendo questi composti dei nutrienti per i probiotici, vengono chiamati “prebiotici”, facendo in questo modo riferimento alla loro capacità di nutrire e di favorire il mantenimento della microflora tipica della nostra cute e delle nostre mucose.
In questo elenco, vogliamo anche ricordare quei composti che derivano dagli zuccheri e che hanno subito una parziale modifica chimica al fine di generare sostanze con altre proprietà. E’ il caso ad esempio dei tensioattivi non ionici, ottenuti per legame tra uno zucchero come il glucosio e un alcole grasso. Esempi di composti di questo tipo sono lauryl glucoside o coco glucoside. Queste molecole non sono più classificabili come zuccheri, ma la presenza del gruppo glucidico le rende più compatibili con la cute”.
In quali prodotti cosmetici utilizzare gli zuccheri?
“Sono molti i prodotti cosmetici che li possono contenere. Tra gli altri troviamo le creme viso e le creme corpo per la funzione idratante, i sieri contenenti acido ialuronico, ma vogliamo anche ricordare gli scrub contenenti zucchero che rimuovono le cellule morte superficiali mediante una azione meccanica. In questo caso, la quantità di zucchero può essere tanto elevata da poter limitare l’aggiunta di conservanti alla formulazione: infatti, elevate concentrazioni di zucchero sono in grado di “catturare” l’acqua presente nella formulazione limitandone la disponibilità per i batteri”.