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Estate agli sgoccioli, vacanze quasi dimenticate e sole che diventa mite. Ma sulla pelle i suoi raggi hanno inevitabilmente lasciato il segno. Come fare per difendere il nostro derma? Come intervenire per mitigare gli effetti negativi di un’esposizione al sole e potenziare, al contrario, i benefici che ne derivano? E ancora, come orientarsi nel mare magnum dei prodotti solari? E’ questi e altri interrogativi che il webinar “Pelle e Sole, Skin Recovery strategies” organizzato dal Polo della Cosmesi in collaborazione con Etichub ha risposto grazie agli interventi della professoressa Paola Perugini, Direttore scientifico di Etichub srl – Academic Spin Off  e professore associato Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università di Pavia, Coordinatore master II livello in Scienze Cosmetologiche, e della dottoressa Camilla Grignani Responsabile area testing & marketing Etichub srl – Academic Spin Off, farmacista.

DANNI VS BENEFICI

La pelle è un organo fondamentale e complesso, resistente ma al tempo stesso delicato. Una barriera, ma anche lo specchio del nostro benessere. La sua esposizione a qualsiasi agente esterno può avere effetti positivi ma anche negativi se non si presta attenzione. Il sole rappresenta una delle fonti benefiche da dosare con cautela.Gli effetti sono immediati ed evidenti quando si confrontano la pelle poco esposta al sole e quella che in vece lo è regolarmente – spiega la professoressa Perugini – Sebbene il sole non sia l’unico fattore eziologico nel processo dinamico dell’invecchiamento cutaneo, è la causa esogena primaria tra diversi elementi interni e ambientali. Si ritiene che l’80% dell’invecchiamento del viso sia dovuto all’esposizione cronica al sole. In generale, le aree più esposte, sono tipicamente le superfici del torace e delle braccia che mostrano la maggior parte della cure estrinsecamente invecchiata: è caratterizzata da elastosi, atrofia epidermica ed evidenti alterazioni del collagene delle fibre elastiche”. Oltre all’invecchiamento ci sono altri effetti collaterali: eritema, disidratazione, iper-pigmentazione, ispessimento corneo fino ad arrivare a forme tumorali. Parlando di benefici, il sole ha un’azione disinfettante, agendo come riduttore della carica microbica ed è importante per la produzione della vitamina D.

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LA RISPOSTA DEL MERCATO

La dimensione del mercato globale di prodotti per la cura della pelle dopo sole è stata valutata in 2,1 miliardi di dollari nel 2018 e si prevede che raggiungerà i 2,9 miliari di dollari entro il 2026. Questo significa non solo che c’è una forte richiesta da parte dei consumer, ma che l’industria sta rispondendo in modo significativo cavalcando di volta in volta vari claims. Tra quelli principali sicuramente l’idratazione la fa da padrona. “I consumatori sono attivamente alla ricerca di soluzioni avanzate e multifunzionali – spiega Grignani che ha presentato una carrellata di nuove proposte lanciate dai brand mondiali sul mercato -. In particolare, sono tre gli aspetti ai quali un prodotto dopo sole deve rispondere: la capacità di alleviare la disidratazione e la comparsa di eritema; la capacità di fare incontrare effetti lenitivi e insieme protettivi; e la capacità di donare anche benessere emotivo: le innovazioni su questo tema sono sempre più onnipresenti e utilizzate dalle aziende in modo dirompente per distinguersi”.

NON SOLO VISO

Sempre più spesso la richiesta di recovery post sole non riguarda solo il viso, ma tutto il corpo. E questo implica una serie di richieste aggiuntive, come ad esempio la capacità esfoliante. “Sempre più consumatori cercano di massimizzare i benefici della cura della pelle con prodotti multifunzionali – conferma Grignani – e selezionando composizioni naturali che mettano in risalto l’esfoliazione e gli effetti schiarenti per fare risaltare una luminosità dall’aspetto sano mentre uniformano il tono della pelle”.

SUNCARE vs SUN RECOVERY

Il recovery cutaneo, come ogni prodotto legato al benessere, si intreccia anche con altri temi come quello onnipresente della sostenibilità. Lo dimostra la carrellata che ha presentato Grignani sui comportamenti del mercato in varie aree geografiche: “Nell’area Emea il concept del prodotto lenitivo abbraccia l’dea della salute, di protezione e benessere, tenendo presente che l’obiettivo della cura passa dal rispetto della barriera: la trasparenza nella scelta dell’ingrediente fanno da contraltare all’aspetto ecologico – spiega –. In Asia si punta alle formule specializzate sulle pelli sensibili, formule amiche del microbiota. L’innovazione guidata dall’idratazione, dal design e dalla fragranza è trainante e i brand possono cercare di accelerare il ritmo di crescita più lento per i claim ecologici; infine, in America sono forti i prodotti che vantano la capacità di ricostruire l’umidità persa e prendersi cura della flora cutanea e della pelle sensibile. E’ trainante il messaggio di attenzione ambientale sotto più aspetti come ad esempio le ricariche e un packaging di metallo o carta”.

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SUNCARE vs SUN RECOVERY

Prevenire è meglio che curare. È così anche per i prodotti destinati alla pelle esposta al sole. La cosa fondamentale è riuscire a proporre anche solari che agiscano già durante il sunbath. Tra le linee di azione c’è quella relativa al photoage: “Il mercato globale dei prodotti anti-età – ha sottolineato Grignani – sta diventando sempre più sofisticato con prodotti che soddisfano le variegate richieste dei consumers. Ci sono spazi per reinventare la routine, introdurre tecnologie e il concept dell’inside-out, aprendo sempre di più anche al target maschile”.

FORMULE E INGREDIENTI

Esfolianti, idratanti, lenitivi, depigmentanti, antirughe e ristrutturanti. Queste le funzioni degli ingredienti principali che devono essere contenuti nei prodotti destinati allo Skin Recovery. “In generale gli attivi esfolianti vengono inseriti in prodotti a risciacquo in modo da poter allontanare i corneociti in fase di desquamazione. Hanno effetto illuminante e levigante sulla pelle – ha specificato Perugini –. Gli idratanti servono ad aumentare le riserve d’acqua e a ridurre la perdita transepidermica; i depigmentanti servono a controllare la produzione della melatonina come ad esempio Acido azelaico, Arbutina, Uva ursina, melograno, vitamina C o la Glicirizzina e la glabridina presenti nella liquirizia”.

NUOVE ROUTINE

Non basta avere il prodotto “perfetto” ma serve anche saperlo usare. Quali sono gli step da seguire: “Esfoliazione, applicazione di attivi specifici e idratazione – elenca Perugini – Il primo passaggio che serve per ripristinare lo spessore dello stato corneo, stimolando il rinnovamento cellulare; poi serve veicolare in sistemi intelligenti gli attivi attraverso l’uso di formulazioni innovative; infine idratare per migliorare la texture cutanea, la morbidezza e l’elasticità”.

TESTING: TUTTO E’ ANDATO BENE?

Come capire se il prodotto formulato realmente soddisfa le aspettative? La risposta è il testing, un passaggio importante e delicato. “Non esistono linee guida specifiche ma generali – conclude Perugini – Tutte mirano ad assistere l’industria cosmetica nella valutazione dell’efficacia oggettiva. In questi anni si assiste allo sviluppo e alla convalida di molti metodi clinici per misurare e quantificare inestetismi della pelle e gli effetti dei trattamenti”.