Shiseido, main partner del progetto M.A.R.E.

mare shiseido
Conferenza stampa progetto M.A.R.E. Da sx. Vittorio Garavelli, Country General Manager Shiseido Group Italy

Dal 2019 Shiseido promuove azioni concrete volte a promuovere il rispetto degli oceani, come la pulizia delle spiagge e il ripristino delle colonie corallifere, e sostiene progetti che tutelano e preservano i nostri mari.

Come M.A.R.E. – Marine Adventure for Research
& Education, di cui oggi a Milano è stata presentata la terza edizione e di cui Shiseido è main partner, un’iniziativa della Fondazione Centro Velico Caprera ETS, realizzata in collaborazione con One Ocean Foundation, che unisce una serie di partner in un progetto di ricerca volto a monitorare la salute del Mar Mediterraneo.

M.A.R.E. rispecchia l’impegno della casa cosmetica nella cura di se stessi e dell’ambiente come parti di un tutto. Guidata dalla fiducia nel potere della bellezza, Shiseido nel corso della sua storia si è dedicata a scoprire il meglio della scienza, con tecnologie all’avanguardia e una sensorialità incomparabile ed ha sviluppato prodotti tenendo presente il loro impatto sugli esseri umani e sul pianeta, seguendo la mission: “BEAUTY INNOVATIONS FOR A BETTER WORLD”.

BEAUTY INNOVATION FOR A BETTER WORLD

Un impegno testimoniato da numerosi esempi. Dai nuovi solari Shiseido, formulati con la tecnologia SynchroShield™ per limitarne il rilascio nei fondali e caratterizzati da flaconi composti al 90% da bio-polietilene di origine vegetale e da packaging esterno realizzato in carta proveniente da foreste sostenibili, a Blue Project, un progetto a tutto campo, realizzato in collaborazione con la World Surf League (WSL) e la WSL Pure (il ramo no-profit di WSL dedicato alla salvaguardia degli oceani), volto a ispirare, educare e rafforzare la protezione degli oceani e ben rappresentato dal claim “Proteggi la bellezza, rispetta il mare” che sottolinea la volontà di difendere la pelle dal sole e prendersene cura nel pieno rispetto dell’ambiente.

Nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, Shiseido promuove anche la pratica virtuosa dell’upcycling, che prevede di recuperare l’acqua vegetale derivante dalla produzione agroalimentare, che in genere viene buttata, per farne la base di alcuni trattamenti e ridurre così il consumo d’acqua. Quest’acqua è presente in Waso, la gamma a base di ingredienti tradizionali giapponesi come lo yuzu o il riso, con cui Shiseido sostiene ed esalta l’eccellenza della produzione locale e supporta gli agricoltori di diverse regioni del Giappone. Un circolo virtuoso che vede protagonisti le persone, la Natura e la pelle.

L’impegno di Shiseido verso la sostenibilità è rintracciabile anche nelle ‘5R’ che rappresentano i ‘pillar’ della sua attività produttiva: Riutilizza, Ricicla, Riduci, Rimpiazza, Rispetto. Riutilizza, con confezioni ricaricabili che il brand ha adottato già nel 1926. Ricicla, privilegiando imballaggi facilmente rimovibili e separabili. Riduci, scegliendo materiali più sottili e leggeri. Rimpiazza, favorendo l’utilizzo di materiali riciclati. Rispetto, quello che viene dimostrato con le azioni quotidiane per meglio contribuire alla tutela dell’ambiente. Nel 2025 questa filosofia consentirà al Gruppo di raggiungere l’ obiettivo di imballaggi sostenibili al 100%.

E poi c’è il sostegno a progetti dedicati alla protezione degli oceani come M.A.R.E., con i quali Shiseido incoraggia le persone a unirsi “per proteggere e sostenere le spiagge che amiamo, gli oceani da cui dipendiamo e la pelle in cui viviamo”.

IL PROGETTO M.A.R.E.

Il progetto M.A.R.E, che comprende 10 settimane di navigazione nel Mar Mediterraneo occidentale, oltre a valutare l’inquinamento da sostanze chimiche e la biodiversità marina del ‘mare nostrum’, per la prima volta monitorerà anche l’inquinamento acustico. Sostenuto da Shiseido e da partner come Yamamay, Fondazione Deutsche Bank Italia, Toio e Workness Club, il progetto vuole contribuire alla conoscenza e conservazione della biodiversità marina e fornire alla comunità scientifica il primo studio completo sullo stato di contaminazione del Mar Mediterraneo, garantendo dei dati baseline sui diversi inquinanti chimici persistenti (per esempio il DDT e PCB) e sui contaminanti in traccia (come arsenico, cadmio e mercurio, considerati molto pericolosi a causa della loro tossicità e capacità di accumulo negli organismi viventi) in campioni di zooplancton.