lusso
Il mercato globale del lusso, trainato dall’experience, registra un altro anno record (+8-10% vs 2022) con stime positive anche per il lungo termine.
E’ quanto emerso dal 22° Osservatorio Altagamma, che dal 1992 riunisce le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa che promuovono nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiano. Ricordiamo che l’alto di gamma italiano rappresenta un’industria di €144 miliardi, in Italia, fornisce un contributo al PIL del 7,4% e coinvolge 1.922.000 occupati, tra diretti e indiretti.
 
Sulle performance del lusso pesano le incertezze legate ai conflitti internazionali, le tensioni macroeconomiche in Cina, gli scarsi segnali di ripresa negli USA e un aumento dei tassi di interesse e un’inflazione ancora elevata in Europa.
Elementi che influenzeranno anche il 2024 che, nonostante tutto, vedrà una crescita della marginalità delle imprese di circa +4%.
A crescere è anche il mercato dei beni di lusso personali, con un giro d’affari stimato di circa 362 miliardi di € entro la fine dell’anno (+4% sul 2022 a tassi di cambio correnti). La situazione macroeconomica mondiale favorirà la polarizzazione tra fasce più e meno abbienti della popolazione, con Gen Z e Millennial UHNWI (Ultra High Net Worth Individuals) a trainare i consumi dei luxury goods.Si punta su strategie  e prodotti ‘su misura’ che tengono conto non solo del settore di riferimento, ma anche delle specifiche esigenze della clientela. Diventa sempre più cruciale l’experience: un brand non comunica (e vende) solamente un prodotto, ma esperienze che portano con sé l’idea di esclusività e unicità.

Il mercato mondiale di alta gamma si dimostra resiliente e registra una crescita dell’8-10% nell’anno in corso grazie anche al dinamismo dell’area esperienziale e dei consumi di fascia più alta” ha dichiarato Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma.

Il lusso è un mercato forte, che deve consolidare la propria heritage e continuare ad investire in digitalizzazione, formazione e sostenibilità. “Questo è un momento decisivo per il mercato e i vincitori si distingueranno per resilienza, rilevanza e rinnovamento: le basi della nuova equazione del lusso incentrato sul valore” hanno spiegato Claudia D’Arpizio e Federica Levato, Senior Partner di Bain & Company. 

MERCATI, CONSUMATORI, PRODOTTI E CANALI DISTRIBUTIVI 

In Europa i turisti internazionali, tra i quali i cinesi, compenseranno la più debole domanda interna e avranno un impatto positivo sul mercato, in crescita del 4%. Buoni segnali anche dal Giappone (+6%), che prosegue la crescita sotto la spinta della domanda locale e dei cinesi ed è il Paese che più apprezza i prodotti del lusso e beneficia della crescita del turismo, e dal Middle East, dove si prevede un +7% nonostante le tensioni e l’instabilità politica.
In Cina si stima una crescita dell’8%, più bassa rispetto agli ultimi anni, per una contrazione della domanda della classe medio-alta, più cauta nelle spese.

Per quanto riguarda i consumatori, i cinesi restano i best performer anche se a livelli inferiori rispetto agli anni pre Covid-19, con un +10%. Asiatici e giapponesi vedranno rispettivamente un incremento del +7% e del +5%, mentre gli americani si attesteranno a +3%, a causa della situazione economica non particolarmente favorevole e della crescente inflazione.

Considerando le categorie di prodotto, il 2023 ha visto una crescita delle vendite soprattutto a valore, dovuta ai rilevanti aumenti dei prezzi dei prodotti di lusso. Nel 2024 l’aumento stimato delle vendite sarà principalmente a volume. Per quanto riguarda gli accessori, continuano nel loro trend positivo: +6,5% per la pelletteria e +5% per le calzature. I prodotti entry price soffrono e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali.
La cosmesi, in crescita del 5%, è trainata dallo skincare, dal make-up e dai profumi di nicchia, soprattutto negli Stati Uniti.
Per l’abbigliamento si stima una crescita del 4% con la ripresa dell’ abbigliamento meno casual, mentre continua il trend positivo della pelletteria (+6,5%) e delle calzature (+5%).
Bene anche i gioielli (+5,5%), considerati un bene rifugio, e gli orologi (+3,5%), con clienti alla ricerca del pezzo unico.

Secondo lo studio condotto da Altagamma, in termini di canali, a guidare l’ecosistema distributivo sono i monomarca, favoriti dalla ricerca di esperienze fisiche da parte dei consumatori e dal ruolo crescente del clienteling nelle vendite. Mondo fisico e digitale si fondono sempre più: questo impone ai player la necessità di offrire un’esperienza di eccellenza. Al contrario, i multi-marca stanno vivendo un forte rallentamento, sia nei grandi magazzini che nei negozi specializzati, ponendo forti sfide riguardo l’evoluzione della proposta di valore per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti.

L’aumento dei costi è stato compensato dall’aumento dei prezzi che ha portato anche un aumento della marginalità. Secondo Altagamma, i ricavi manterranno un andamento positivo anche se le previsioni per il 2024 parlano di un EBITDA del +4%.

All’orizzonte si prospetta una stagione di fusioni e acquisizioni, guidata dalla necessità di affrontare le principali sfide che l’industria dovrà affrontare nei prossimi anni (sostenibilità e digitalizzazione in primis).