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Lo skincare in Italia è un mercato in buona salute. A dirlo è NIQ (NielsenIQ) che fotografa lo ‘stato dell’arte’ in GDO e farmacia, due tra i principali canali di distribuzione per i prodotti skincare.

SKINCARE CRESCE IN GDO

Considerando come universo rappresentativo dello skincare (+3.9% di fatturato) tutti i prodotti legati al anti-acne, cura viso donna, viso uomo, protettivi labbra e pulizia viso, il segmento – spiega Francesco Aruta, Customer Success NielsenIQrappresenta il primo contributore alla crescita della Categoria, con +1.8 punti ed una quota del 57.5%”. 

Il segmento ha chiuso il 2022 in positivo in tutto lo Stivale: +1,5% nel Nord-Ovest (che da solo rappresenta circa un terzo dell’intero giro d’affari), Nord-Est +2%, Centro Italia +5% e Sud +3%.  Nonostante sia diminuita la pressione promozionale, le vendite a valore hanno registrato +2.7% e il giro d’affari si attesta a 261 milioni di €, in crescita rispetto ai 255Mio di € dell’anno precedente. Bene anche il trend a confezione: +2.9% per un totale di 42 milioni di confezioni vendute rispetto ai 41 milioni dell’anno precedente. La crescita dello skincare si deve principalmente alla poca variabilità dei prezzi (pressoché costanti rispetto all’anno precedente)  e all’aumento del numero medio di referenze a scaffale (18.2 vs 17.7 del 2021).

AUMENTANO LE REFERENZE 

Considerando le varie categorie, quali performano meglio? Pollice verso per gli antirughe, con una quota a valore del 36.4%, in calo del -2.2% per via una minor promozione; idratanti/nutrienti a – 0,9% con una quota a valore del 24.7% e le maschere trattanti/creme colorate (il loro peso, però, sul totale categoria è solo del 4,1%).

Bene invece filler/sieri con una quota del 14.2% in aumento di un 1.0 punti grazie ad una maggior presenza nello scaffale e confezioni più grandi; contorno occhi/labbra a +0,7 % grazie ad una diminuzione dei prezzi e a maggiori promozioni; maschere in tessuto (+0.8%) e antimacchia/pelli mature (+0.5%). Le performance positive di questi prodotti si devono principalmente all’aumento di referenze sul punto vendita. 

CONTINUA L’EGEMONIA DEGLI SPECIALISTI 

Quanto la pesa la Distribuzione Moderna, cioè Ipermercati, Supermercati e Liberi Servizi, sul totale del fatturato dello skincare? Molto, anzi moltissimo, pari al 45% delle vendite totali. 

Se guardiamo ai canali,  il ruolo principale è svolto dagli Specialisti , che rappresentano circa il 47% delle vendite generate dal segmento, con un fatturato pari a 124Mio di € in crescita del +4.0% – prosegue Aruta -. Gli Specialisti crescono anche in termini di confezioni vendute con un +2.6% e circa 20 milioni di confezioni vendute. I prezzi medi sono in aumento dell’ +1.3% (6.22€). Forte crescita anche per i volumi generati dal segmento (+11.0%) dovuto ad un introduzione nel canale di confezioni con un formato più grande soprattutto per gli Antimacchie e Filler/Sieri. In termini di peso seguono gli Ipermercati, che rappresentano un quarto delle vendite a valore, in crescita sia a valore che a confezioni (+1,6%); Supermercati con il 17,4% in flessione dell’1,3% a valore e i Discount. Questi ultimi, pur rappresentando solo il 7% del totale categoria, hanno registrato una crescita sia a valore (+9.7%, il più alto tra i canali) che a confezione (+10.9%)”. 

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FARMACIE E PARAFARMACIE: BOOM DEI DETERGENTI VISO E PROTETTIVI LABBRA

Situazione un po’ diversa in farmacia e parafarmacia dove lo skincare registra una lieve flessione (-1.9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (dati AT Gennaio 2023) bilanciato parzialmente da un aumento dei volumi (+0,8%). Il giro d’affari complessivo dei due canali è di 426Mio di €, in flessione del -4.1% vs 2021. Sulle performance del canale – emblema di alta qualità e rigore formulativo – ha certamente influito l’erosione del potere d’acquisto dei consumatori (ved. art 26 novembre) in atto già da mesi e che non interessa solo l’Italia, ma tutta l’Europa. Sebbene a febbraio il trend sia in discesa rispetto agli ultimi mesi del 2022, si stima che i prezzi al consumo registrino un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, da +10,0% nel mese precedente (fonte Istat). La conseguenza è che si cercano canali con prezzi più concorrenziali, come GDO e l’online, e ci si sposta verso formati più grandi e competitivi (upsizing).   

Le farmacie, che hanno realizzato l’87,8% di vendite a valore al di fuori del Mass Market, registrano un trend negativo a valore del -4.0% rispetto allo stesso periodo del 2022 (374,1€ Mio vs 389,7 Mio€), calo che si conferma anche nel numero di unità vendute (-1.8%) – spiega Lucia Curlo, Analyst di NielsenIQ – Situazione più negativa in Parafarmacia, dove si registra -4.6% a valore e -2.4% a confezioni. A trainare la decrescita è il Cura Viso Donna (creme viso, maschere viso, …) che rappresenta il 72,8% del mercato. Il segmento chiude con una flessione a valore (-6.8%), a confezioni (-5.3% var. vs AP) e nel prezzo medio (-1,6%, passando da 25,72€ nel 2021 a 25,30€ nel 2022)”.

Contribuiscono alla performance negativa generale, seppur abbiano un peso a valore ancora molto piccolo, anche i prodotti Antiacne (-7.0% a valore e -11.0% a confezioni) e il Cura Viso Uomo (-44.5% a valore e -41.0% a confezioni).

A bilanciare le performance del ‘cura viso’ sono i prodotti pulizia viso, in crescita sia a valore (+5,4%) che a confezione (1,3%) sia nelle Farmacie che nelle Parafarmacie, e soprattutto i protettivi labbra: oltre alle buone performance a valore (+15,1%) e a confezione (+9,3% vs 2021), si segnala anche un aumento del prezzo medio a confezione (+5,3%, passando da 5,95€ AT 2021 a 6,27€ AT 2022) in entrambi i canali.