Svita, estrai, sostituisci, riutilizza. Sono le fasi di una nuova beauty routine che vede al centro non il solo prodotto, ma anche il suo packaging. Si tratta del refill, la nuova frontiera di una cosmesi green: contenitori da ricaricare e non da smaltire che assicurano una minore produzione di rifiuti e un impatto più limitato sull’ambiente. Altro beneficio per i consumers, il risparmio economico nell’acquisto di ricariche anziché del prodotto completo. Questa nuova visione sta interessando tutte le tipologie cosmetiche: ombretti, ciprie, blush, rossetti, prodotti haircare, deodoranti e skincare. Produrre packaging che rispondano a bisogni reali e non superflui è la strada giusta per una vera sostenibilità. Ne è convito Serge German, direttore dell’Ecole Superieure de Packaging (ESEPAC). Pensare alla protezione del prodotto, al trasporto e alla richiusura sono i primi step da compiere quando si progetta un pack. “Riformulando la regola delle tre R occorre ripensare, ridisegnare e reinvestire – afferma il docente -. Un recente studio francese ha mostrato che ogni giorno si sprecano circa 4 tonnellate di crema per il viso insieme alla loro confezione. Un’enormità che impatta sull’ecosistema ma anche sull’economia”.
Secondo German occorre risolvere tre problemi principali: “Educare i consumatori alla gestione dei rifiuti spingendoli ad acquistare in giusta quantità, smistare il materiale di scarto, riutilizzare i contenitori e depositare i rifiuti nel cestino dedicato. Comportamenti virtuosi che le aziende stesse dovrebbero favorire. I responsabili della progettazione e dell’ingegneria degli imballaggi dovrebbero essere costantemente aggiornati rispetto a temi come il bio-approvvigionamento, il riciclaggio di materiali, la possibilità di separare facilmente le varie componenti di un pack e realizzarne di più resistenti per essere riutilizzati. Infine, capire come aggiungere funzioni ai materiali di riciclo o ai biomateriali”. Sempre secondo German si sta andando verso un packaging virtuoso, ma non come possono immaginare politici e consumatori. “È probabile che il peso medio degli imballaggi utilizzati aumenterà per consentire un riutilizzo multiplo. Dovremo fare compromessi: dovremo cambiare noi stessi, il nostro modo di vivere, il nostro modo di consumare. La rivoluzione parte dalle nostre case e dovremo fare la nostra parte”.
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