Green, attenti alla salute e al benessere, iperconnessi. Ecco l’identikit dei Millennials che utilizzano la rete e soprattutto i social come Tik Tok e Instagram per urlare al mondo i valori di cui sono portatori. Una cassa di risonanza potente e globale utilizzata con naturale sapienza da nativi digitali per affermare identità fluide e complesse. Lo fanno con il linguaggio verbale, con l’abbigliamento, con il make-up, con un taglio di capelli. Da sempre i giovani di ogni generazione comunicano attraverso la loro corporeità, ma oggi hanno un’arma in più per farsi ascoltare, spostando a suon di stories e reel di pochi secondi i gusti di milioni di coetanei. Le conseguenze sono immediate e si riversano sui consumi, decretando il successo o l’epic fail di un brand. Attenti agli inciampi, hanno antenne super sensibili verso l’inganno del marketing spinto. Soprattutto se si tratta di sostenibilità. Cercano il genuino, non bramano il possesso di un prodotto, quanto l’accesso ad un universo di funzioni che soddisfino bisogni. Acquistano on line, facendo schizzare alle stelle l’e-commerce contagiando anche le generazioni dei boomers. Le aziende sono avvertite – e già stanno correndo ai ripari.
La demografia è uno dei megatrend più interessanti per il mondo degli investimenti perché influenza i consumi e di conseguenza la produzione di beni e servizi. Gli esperti che se ne occupano focalizzano l’attenzione sulle abitudini di consumo delle singole generazioni. Per questa ragione si parla di baby boomers per i nati tra il 1946 e il 1964, di generazione X (per i nati tra il 1965 e il 1980), di millennials (per i nati tra il 1981 e il 1996) e di generazione Z.
“I ventenni, esponenti della Generazione Z, vivono la cosmetica come un gioco totale – afferma Francesco Morace, sociologo di fama internazionale che da decenni lavora nell’ambito della ricerca sociale e di mercato -. Vengono influenzati molto dalle serie tv, come ad esempio Euphoria in cui le protagoniste sperimentano senza timore maquillage ogni volta differenti in base alle occasioni. Non temono la perdita di identità: il make-up è una dimensione che simbolicamente si traduce nella scelta di colori con dimensioni quasi da tatuaggio, con realizzazioni che sono più vicine al disegno artistico rispetto al trucco tradizionale. È imitazione di attori, musicisti influencers che in quel momento si seguono”.
Leggi l’intervista completa su Cosmopolo Magazine