Qual è l’impronta ambientale lasciata dall’industria della bellezza? Secondo la fotografia scattata dalla società Quantis, leader nella consulenza sulle tematiche ambientali emerge chiaramente che per poter parlare di futuro sostenibile la filiera cosmetica deve fare la sua parte creando una catena lunga e coesa.
LA CLASSIFICA: ‘MAGLIA NERA’ ALL’ USO DEL PRODOTTO
Secondo l’elaborazione – prima nel suo genere – realizzata da Quantis, il settore beauty impatta sul pianeta con emissioni globali di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%.
E c’è anche una “classifica” che identifica gli ambiti con il maggior impatto: le materie prime (10%), il packaging (20%), il trasporto (10%) e l’uso del prodotto stesso (40%).
Per quanto riguarda il packaging, vengono presi in considerazione una serie di aspetti legati al riutilizzo e refill, con attenzione alla riciclabilità, alla semplificazione del design per ridurre componenti e materiali. Ricerca e innovazione hanno sicuramente portato miglioramenti sul fronte dell’uso del prodotto stesso, con contenitori che hanno reso più facile l’utilizzo riducendo lo scarto. Questa semplificazione (anche sotto l’aspetto del design) già produce un effetto positivo: lo smaltimento in modo appropriato, evitando così dispersioni nell’ambiente e il sovraccarico di discariche e inceneritori.
Senza dimenticare il prodotto – che è ciò che le persone vedono e poi acquistano, viene rimarcato che “per creare prodotti di alta qualità con solide performance ambientali, la sostenibilità deve essere integrata in ogni fase del ciclo di vita del prodotto”.
NEL BEAUTY CRESCE L’ ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Attenzione all’ambiente che trova conferma anche nei dati elaborati dal “Centro Studi e Cultura d’Impresa”. In Italia il valore del mercato dei cosmetici con connotazione naturale/biologica è in crescita, fatturando 839 milioni di euro l’anno e segnando un più 7,8% rispetto al 2010. Sono in aumento anche i prodotti sostenibili/green che producono un fatturato di 1.009 milioni di euro e fanno segnare un più 15,2%.
L’ultimo dato riguarda il momento del “lancio”, ossia le nuove immissioni sul mercato dei prodotti a forte connotazione green: nel mondo, ce sono stati 94.000 (con una crescita dell’8,8%) mentre in Italia 1.800 con un incremento pari all’11,1%.
“Con le espressioni naturale e biologico si fa riferimento alla formulazione del prodotto, ovvero alla presenza di ingredienti provenienti da materie prime coltivate nel rispetto dei disciplinari ufficiali dell’agricoltura biologica, o di origine naturale – spiega Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia -. Mentre il concetto di sostenibilità è più ampio, significa integrare nella propria visione e nel proprio modello di business logiche di creazione di valore che armonizzino la dimensione ambientale, quella sociale e quella economica. Specificatamente in ambito ambientale, significa misurare e ridurre gli impatti che processi e prodotti hanno sul pianeta e, in particolare, su clima, acqua, biodiversità e inquinamento dei nostri oceani”.