Fare arte significa esprimersi e avere l’urgenza di comunicare un messaggio, un sentimento, un’emozione. Per questo l’arte è lo specchio dei tempi vissuti dall’artista e del suo quotidiano; a volte è anche anticipazione e visione del futuro. In questa prospettiva si può comprendere come il concetto di bellezza si sia trasformato nei secoli, trovando differenti vie di espressione. Così come è accaduto alla cosmesi, che di bellezza si nutre diventandone l’emblema.
Ecco perché, per trasmettere il messaggio di sostenibilità, il Polo della Cosmesi, durante l’Innovation Day, ha voluto affidare ad un’artista la realizzazione del premio per il prodotto più creativo tra quelli presentati all’Innovation Awards. La scelta è caduta su Michela Grossi, pittrice, scultrice, ma soprattutto “assemblatrice” materica di visioni oniriche e di sprazzi di realtà.
Cosa significa per lei fare arte?
“L’arte per me deve parlare del contemporaneo, di ciò che sta accadendo ora. La società sta andando verso una maggiore consapevolezza green, e l’arte non può fare finta di nulla, deve saperlo comunicare. Ecco perché “gli ingredienti” con i quali ho deciso di lavorare fanno parte del mondo naturale e dei suoi elementi: aria, acqua, fuoco e terra. Argilla e paper-clay (letteralmente “pasta di carta”, un composto a base di fibra di cellulosa e argilla modellabile che secca all’aria e viene cotta a 1100 gradi centigradi) sono le materie attraverso le quali forgio le mie creazioni. Mi piace perlustrare il passato, ma mi deve servire da spunto per trasmettere il presente e fare intravvedere ciò che potrà essere”.
Come nasce la scultura realizzata per il premio Innovation Awards?
“Fa parte della collezione “#Tutteteste” ideata per il teatro San Domenico di Crema. Credo sia stata scelta proprio per la sua coerenza con il concetto di cosmetica ecologica e perché rappresenta il femminile, la sua eleganza e la sua profondità”.
Cos’è per lei bellezza?
“È armonia di forme, linee e colori. Mi piace fare sintesi e restituire opere che riescano ad adattarsi all’ambiente che dovrà accoglierle. Non devono essere didascaliche di un concetto, ma devono sapere trasmettere e colpire lo sguardo di chi osserva, lasciandolo libero di interpretarlo. Alla fine, ciò che realmente conta, è l’emozione che si riesce a donare”.
Quali sono i suoi lavori più apprezzati?
“Sono di vario genere e tipologia, in base naturalmente all’idea del committente. Un esempio è l’Interior Design che spesso mi richiede opere per arricchire ambienti ed esposizioni, come è accaduto per la Milano Design Week 2022: ho prestato la collezione degli animali “extraurbani”, sculture che rappresentano il mio rapporto con la natura, fatto di rispetto e attrazione. Altra cosa sono le tele neo-pop che rivisitano in chiave contemporanea icone intramontabili che hanno influenzato cultura, moda, estetica come Marylin Monroe, Sofia Loren, Elvis Presley etc. apprezzate per il loro forte impatto cromatico ed emozionale”.
A cosa sta lavorando in questo momento?
“È appena nata una bella collaborazione con una galleria d’arte di Parigi e nel frattempo lavoro a #Tutteteste per la mostra personale a Teatro San Domenico di Crema in cui affronterò con le mie sculture e tele il concetto di personalità multiple che convivono in ogni essere. Una visione personale degli affascinanti quanto veri concetti pirandelliani: non siamo uno, ma centomila o forse nessuno. Inoltre, sono impegnata in esposizioni in diverse gallerie italiane, da Milano a Venezia, da Brescia a Bergamo, fino ad arrivare a Napoli; partecipo costantemente alle principali mostre d’Arte Contemporanea Italiane ed eventi a tema”.