Quanto sono importanti i colori nella cosmesi? Domanda che sembra avere una semplice risposta, ma che in realtà nasconde lati spesso complessi. Che la scelta di una cromia venga compiuta per suscitare una sensazione, un’emozione è cosa risaputa.
Ed è anche un fatto antropologico, come spiega il professor Alessandro Rizzi, professore ordinario del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano dove insegna colorimetria e gestione del colore per i beni culturali e tra i più importanti esperti di colore. «L’uso dei colori per l’uomo è fondamentale– afferma Rizzi – la differenza di colori serve per distinguere oggetti, semplificarne la ricerca, individuare la preda nel caso di «cacciatori» come l’uomo, in altre parole per aumentare le nostre possibilità di sopravvivenza. Ma anche oggi che non dobbiamo cacciare, la scelta di colori caratterizza tantissime attività. Nel settore beauty raggiunge una delle massime espressioni. Il colore ha un impatto emotivo molto forte e anche è facile intuirlo, è più difficile da spiegare. E’ una questione di percezione: ad esempio, se beviamo il caffè in una tazza rossa abbiamo la sensazione che sia più caldo; l’uso del colore nei luoghi di cura ha dimostrato che sono in grado di aiutare ad ottenere un miglioramento delle condizioni di salute e l’efficacia dei farmaci». Molti studi hanno poi dimostrato che l’umore, l’appetito e persino la pressione sanguigna e alcune funzioni metaboliche del nostro organismo vengono influenzate dai colori.
UN ALFABETO ARCOBALENO
Entrando nel merito, ogni colore porta con sé un messaggio preciso. In cosmesi, non ne è interessato solo il make up ed i capelli, ma anche lo skin care. Le creme hanno diverse colorazioni in base alla loro funzione: arancione/giallo viene usato ad esempio per crema rivitalizzanti e energizzanti; il rosa per quelle più delicate, l’azzurro che richiama l’acqua per l’idratazione e il verde rimanda a freschezza e la naturalità.
Per investigare il significato dei colori e della luce sull’uomo e sulla sua psiche, si può analizzare il test di Lüscher, uno strumento per la conoscenza di sé e degli altri. «E’ un test proiettivo in grado di darci informazioni sul nostro stato emotivo. – afferma Rizzi – La scelta dei colori ci da informazioni su chi siamo. Trasferendo questa argomentazione al make up, la scelta di alcune tonalità o di alcuni cosmetici può fornirci elementi di conoscenza interessanti».
CROMIE DA MANEGGIARE CON CURA
Ma, ed è qui il nodo, occorre sapere maneggiare con cura i colori. «Ad esempio se si parla di cosmesi occorre che ci sia molta professionalità, in sintesi c’è necessità di una formazione accurata – afferma Rizzi, che è anche tra i fondatori del Gruppo del Colore -. I colori sono sempre gli stessi, nulla va inventato. Ma ciò su cui occorre puntare l’attenzione è il loro utilizzo sapiente. Il controllo del colore è la vera sfida per chi lavora ad esempio nel beauty». Dalle aziende che produttrici fino ad arrivare ai professionisti del settore, come parrucchieri e make up artist. «Non solo – afferma l’esperto – Anche chi fa packaging, marketing, pubblicità. Tutta la catena è interessata dalla scelta oculata di colori e a risolvere i problemi di una loro corretta riproduzione: quando si sceglie ad esempio un rosso per un rossetto, tutto a cascata deve comunicare quel “rosso”, non più o meno, ma precisamente quel rosso».
IL COLORE E’ NULLA SENZA IL CONTROLLO
In sintesi, chi opera nel settore del beauty ha la responsabilità di sapere cosa realmente sia il colore, ponente arma di influenza emotiva, e come utilizzarlo al meglio: «Una delle criticità che si incontrano per esempio nel settore della colorazione per capelli– conclude Rizzi – è che non esiste una sistema di riferimento standard. Spesso diverse marche hanno scale di naturali diverse tra loro. Così i parrucchieri si ritrovano ostaggio di una marca della quale hanno imparato toni e comportamenti nell’utilizzo pratico delle nuance sui capelli. Il grande sforzo sarà quello di formare i professionisti che dipendano il meno possibile dalla marca scelta, offrendo loro basi tecniche applicabili in generale e da sapere poi declinare nei casi specifici».