Quali ingredienti rispondono al meglio alle nuove sfide del mercato in termini di sostenibilità, innovazione ed efficacia?
A questa domanda ha risposto il webinar promosso dal Polo della Cosmesi e tenuto dalla Prof.ssa Paola Perugini e dalla Dott.ssa Camilla Grignani, dal titolo “Ingredienti cosmetici: trends e tips”.
INGREDIENTI, LO SCENARIO GLOBALE
Come si sta muovendo il mercato degli ingredienti? Quali saranno i prossimi trend?
Mentre ovunque nel mondo è cresciuta l’attenzione ai temi del naturale, del benessere e dell’ecologia, complice la pandemia i prodotti on- the-go e le collezioni stagionali sono passati in secondo piano. In Asia il naturale è il filo conduttore di ogni aspetto della vita, dalla cosmesi all’alimentazione; in Europa la conversazione è focalizzata sul cambiamento climatico e sul benessere e si moltiplicano le maschere compostabili, i formati-ricarica, le formule solide. In America e, soprattutto negli USA, la sostenibilità delle formule va di pari passo con la sostenibilità del pack, inteso come bene prezioso e riutilizzabile.
“L’utente dimostra un approccio al consumo più consapevole e cosciente. Less but better è il nuovo mantra, che si accompagna ad una rinnovata fiducia nella scienza e ad un maggior interesse verso gli ingredienti. In questo contesto le aziende produttrici di ingredienti cosmetici hanno un ruolo centrale sia nell’influenzare i marchi e nel dettare nuove tendenze, sia nel fornire attraverso messaggi chiari nuove soluzioni al consumatore finale -spiega Camilla Grignani, Responsabile Area Testing di Etichub, spin off dell’Università di Pavia – . Il settore del beauty & personal care, sempre più focalizzato sugli impatti ambientali, sociali ed economici del proprio operato, vede un ritorno al minimalismo: l’imperativo è utilizzare meno e meglio”.
LESS BUT BETTER
Nonostante durante la pandemia sia cresciuta l’attenzione verso i benefit degli ingredienti di sintesi e la fiducia nella comunità scientifica, gli ingredienti naturali continuano ad avere un forte appeal tra i consumatori, specialmente tra le generazioni più giovani. In Cina, ad esempio, il 70% delle donne ritiene che i prodotti naturali siano più adatti per le pelli delicate. In America, negli ultimi 10 anni sono cresciuti esponenzialmente i claim cruelty free, eco-friendly e vegani. La green challenge porta con sé nuove sfide: garantire la tracciabilità, la qualità e la riproducibilità delle materie prime.
“Insieme all’interesse generale per il naturale, l’ecologico e per una routine di bellezza semplificata, i prodotti puntano su un minor numero di ingredienti, ma più efficaci – prosegue la Grignani-. In risposta ad un mondo sempre più complesso, le gamme di prodotti si snelliscono e la beauty routine si semplifica. Si moltiplicano le formule multi-uso di derivazione vegetale e ai formati solidi. Oltre all’upcycling, il nuovo filone è quello enogastronomico: non solo arricchire i cosmetici con sostanze mutuate dal mondo food, ma far leva sul concetto di nutrire la pelle, meglio ancora se con ingredienti locali a KM0″.
PEPTIDI, AMMINOACIDI E PROTEINE
In che modo queste tendenze trovano un riscontro pratico? Quali sono gli ingredienti che rispondono ai requisiti di sostenibilità, efficacia e innovazione?
“La risposta è: aminoacidi, peptidi e proteine. Se consideriamo gli aminoacidi, molecole molto piccole e idrofile, il loro impiego comporta due riflessioni preliminari: la prima riguarda la loro funzione (per quale tipo di azione devo impiegarli?) e la seconda la loro efficacia (in quale percentuale devo inserirli perché abbiano efficacia?). Gli aminoacidi svolgono diverse funzioni: hanno un’azione idratante, sono alla base di numerose proteine strutturali del derma (es. collagene ed elastina) e intervengono in tantissimi processi cellulari. I peptidi sono piccole sequenze di due o più aminoacidi (quando il numero di aminoacidi è inferiore a 50, la molecola viene chiamata peptide, mentre le grandi sequenze legate tra loro sono chiamate proteine) il cui impiego è differente a seconda della lunghezza – commenta la Prof.ssa Paola Perugini, Direttore scientifico di Etichub srl e Coordinatore master II livello in Scienze Cosmetologiche Università di Pavia.
“In cosmetica possiamo avere peptidi segnale (effetto anti-invecchiamento), peptidi che modulano l’espressione di neurotrasmettitori (botox-like), inibitori enzimatici (anti-invecchiamento), antiossidanti (contrastano lo stress ossidativo e l’azione dei radicali liberi) e antimicrobici (coadiuvanti nell’acne e nella riparazione tissutale). Nonostante peptidi e aminoacidi possano rappresentare una grande opportunità per i formulatori, perché si possono utilizzare a basse dosi, hanno un’azione immediata e possono essere impiegati anche per via topica, esistono però alcune criticità nel loro uso: sono caratterizzati da instabilità chimica, hanno un alto costo di produzione, sono utilizzabili solo in formule acquose, il loro meccanismo d’azione è diverso per cui alcuni potrebbero essere trattati come cosmetici ma altri come farmaci (ma la regolamentazione di farmaci e cosmetici è molto diversa)”.
PEPTIDI E TRATTAMENTI ANTI-AGE
I peptidi sono veri e propri alleati di bellezza e per questo vengono impiegati con successo prodotti skincare e, in particolare, nei trattamenti anti-age.
Gli anti-età, che nel 2019 hanno rappresentato il 76% dei nuovi lanci, sono tra i prodotti viso più amati dalle donne. In Cina, il 63% delle donne usa prodotti anti-età per migliorare l’aspetto generale della pelle, mentre in Irlanda il 27% considera una pelle spenta e opaca un segno di precoce invecchiamento della pelle. L’impiego di peptidi si è dimostrato efficace nel contrastare la lassità della pelle e gli effetti dell’invecchiamento cutaneo.
“Il marketing dell’anti-invecchiamento si è evoluto per abbracciare soluzioni che rendono la pelle più sana, con i consumatori di tutto il mondo alla ricerca di soluzioni più efficaci e più veloci – aggiunge Camilla Grignani -. La nuova sfida dei trattamenti anti-aging non è più cancellare le rughe o i segni del tempo, ma agire sull’aspetto globale (turgore, compattezza, tono) e sulla luminosità della pelle”.
PEPTIDI, ELISIR ANTI-AGE
I peptidi che incontriamo più di frequente in cosmetica sono i peptidi, che contengono da 2 a 6 amminoacidi legati insieme, ad esempio:
– l’acetilexapeptide-8, noto come Argireline, che ha un effetto botox like in quanto mima la tossina botulinica. Agisce con un miorilassante: i muscoli facciali si muovono meno e le rughe appaiono meno visibili.
– il Pentapeptide-18, che ha la capacità di ridurre la profondità delle rughe del viso specialmente sulla fronte e intorno agli occhi. Risulta quindi un ottimo alleato per le rughe di espressione.
-il Palmitoyl Pentapeptide-3, noto nel Matrixyl e usato spesso in combo con l’Argirelina. La sua funzione è quella di stimolare le cellule del derma a produrre nuovo collagene e acido ialuronico. Va a supportare l’elasticità cutanea e svolge un’azione rassodante. Nel complesso, l’uso di questo peptide aiuta a conferire un aspetto tonico e rimpolpato nelle zone di applicazione.
– Dipeptide -2 e tetrapeptide -7: impiegati nelle formule di contorno occhi o prodotti per il corpo ad azione drenante, hanno la capacità di supportare il riassorbimento di edema sottocutanei e quindi la riduzione di borse sotto gli occhi e gonfiore.
INGREDIENTI GREEN: LE ALGHE
Un’altra preziosa fonte “green” di composti bioattivi, come proteine e peptidi, alternativa al mondo botanico è l’ambiente marino.
Le proteine bioattive e i peptidi derivati dal mondo marino hanno acquisito un enorme interesse grazie alla loro versatilità e alle proprietà antiossidanti, antimicrobiche e anti-età.
Di questo universo fanno parte le alghe, piante acquatiche uni o pluri-cellulari, apprezzate nel settore cosmetico, nel food e in campo medico per le loro molteplici virtù.
Secondo Camilla Grignani le alghe rappresentano il futuro: “Conosciute e impiegate da tempo in Oriente per la loro ricchezza di sostanze benefiche e per l’azione antiossidante e di rinnovamento cellulare, in Occidente hanno iniziato ad essere utilizzate nelle formulazioni cosmetiche, soprattutto nei prodotti skincare, solo di recente. Ma il trend è in costante crescita e i dati lo dimostrano: il 16% dei consumatori americani sarebbe interessato a provare prodotti haircare le cui formulazioni contengono anche alghe”.
DAL FOOD ALLA COSMETICA
Le alghe, di cui esistono oltre 10.000 varietà, uniscono l’aspetto ecologico ai benefici della cura della pelle e rappresentano una materia prima dal grande potenziale “pulito”. Sono una risorsa rinnovabile ideale di biomateriali, grazie alla presenza di molecole bioattive la cui quantità potrebbe raggiungere il 70% a secco del peso totale.
Perfette come ingrediente “hero” di trattamenti In & Out (integratore + prodotto ad uso topico), sono impiegate con successo sia in cosmetica che nel mondo food. Tra le più note nel beauty ci sono: la Spirulina, usata anche per la preparazione di integratori, dal colore verde e azzurro e dagli effetti depurativi e detox; la Kelp, ricca di iodio, polifenoli e vitamine, dalle proprietà antinfiammatorie, diuretiche e antiossidanti; la Clorella, chiamata anche l’”alga che respira” per via dell’alta percentuale di clorofilla che le conferisce un’azione purificante; l’Alga Esculenta, apprezzata per le proprietà riparatrici e per la sua azione anti-età.
“Le macro e le micro alghe rappresentano ricche fonti di composti biologicamente attivi come acidi grassi, polisaccaridi, minerali, vitamine essenziali, enzimi, pigmenti e peptidi con un promettente potenziale cosmetico – aggiunge la Prof.ssa Perugini – . Le alghe marine, per le loro caratteristiche, rappresentano un’alternativa valida e sostenibile alle sostanze chimiche, di sintesi o ad ingredienti non vegani. C’è di più. La maggior parte delle fonti naturali marine – sfruttate anche dal mondo alimentare – sono abbondanti e generalmente considerate materiale di scarto. Il loro impiego per ottenere sostanze chimiche di alto valore rappresenta un’importante sfida scientifica ed etica, che abbraccia anche temi come l’upcycling e il food waste”.
FOOD WASTE E OLI
La trasformazione di rifiuti in ingredienti a valore aggiunto, meglio noto come upcycling, è la strada per un ambiente pulito e per combattere il food waste, una vera e propria piaga dell’era moderna.
Secondo la FAO, ogni anno perdiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo: una quantità enorme in cui rientra sia il cibo che viene scartato perché non conforme agli standard, sia quello che si deteriora prima di essere venduto. Uno spreco a cui i produttori hanno cercato di porre rimedio. Oggi la maggior parte dei rifiuti dell’industria alimentare viene usata come fertilizzante; ma esiste un surplus che, oltre ad essere impiegato per la produzione di bioplastiche o biocarburanti, potrebbe essere usato anche in altri settori.
E se l’industria della bellezza già da tempo utilizza ingredienti alimentari nelle proprie formule, la prossima sfida sarà quella di riutilizzare anche i rifiuti alimentari e agricoli. Nel solco dell’upcycling e dell’economia circolare.
In realtà, gli esempi virtuosi nell’industria della bellezza non mancano e ci sono numerosi esempi di contaminazioni food/beauty. “Gli oli sono un esempi di sostanze, ricche di attivi funzionali e di antiossidanti, che si possono ottenere dagli scarti della filiera agro-alimentare e che possono essere impiegati con successo nell’industria cosmetica – conclude la Grignani- Gli oli non solo rappresentano un valido esempio di upcycling, ma incarnano l’essenza del concetto di prodotto cosmetico 4.0: multi-funzione, mirato, clean, sostenibile. Il tutto nel segno della bellezza olistica, che abbraccia corpo e mente”.