Il farmaceutico è in buona salute, con previsioni di crescita importanti (già per il 2022 ci si attende un fatturato superiore a quello del 2019) e in netta contro-tendenza rispetto al trend generale.

È questo il ritratto del settore farmaceutico fatto da Il Sole 24 Ore Ricerche e Studi nel webinar organizzato insieme al Polo della Cosmesi dal titolo “Il mercato farmaceutico e gli effetti del covid19”. Oltre ad una breve panoramica sul settore, che in questi mesi di pandemia ha confermato tutta la sua centralità, il webinar ha offerto interessanti spunti sugli scenari post-covid19.

UNO SGUARDO D’INSIEME

Facendo una breve panoramica del settore farmaceutico italiano possiamo dire che nel 2020 il numero di addetti è rimasto pressoché invariato rispetto al 2019, con una stabilizzazione del numero di occupati, mentre la distribuzione appare in leggero calo (-1,3% vs 2019). Le previsioni sono di una leggera flessione, intorno al -0,7%, anche per il 2021. In termini di fatturato complessivo, considerando sia quello di base che quello derivante dalla preparazione dei medicinali, ci attendiamo una significativa crescita a partire dal 2022: nel 2024 arriverà a sfiorare i 35 miliardi di dollari.

A livello “geografico” il fatturato mondiale si concentra in America, con gli Stati Uniti che da soli assorbono il 35% della domanda globale del settore. In crescita anche il peso della Cina, che nel 2020 è arrivata a coprire il 6,85% (vs 5,2% nel 2018). In leggero calo, invece, il fatturato del vecchio continente.

Per i prossimi anni è prevista una crescita importante per le principali imprese del settore. Considerando quattro delle prime cinque aziende italiane quotate in borsa, le stime indicano che al 2024 il fatturato di Recordati e Diasorin crescerà di oltre il 20%, così come quello di PharmaNutra (+37%) e di Fine Food Farmaceuticals (+44%).

E a livello mondiale? Anche per le prime cinque aziende al mondo quotate in borsa è prevista una crescita, ma non così elevata: J&J intorno al 20%, Novartis, Eli lilly e Pfizer leggermente inferiore, circa il 7% per Roche.  

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In termini di fatturato complessivo del comparto, considerando sia quello di base che quello derivante dalla preparazione dei medicinali, ci attendiamo una significativa crescita a partire dal 2022: nel 2024 arriverà a sfiorare i 35 miliardi di dollari.
LE PROSSIME SFIDE DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA
Il settore farmaceutico in questi mesi ha svolto un ruolo cruciale. Ma cosa succederà dopo? Quali sono le prospettive per il futuro?

La pandemia – ha esordito Mattia Losi, Head of Research 24 Ore Ricerche & Studi – ha rappresentato una sfida unica per le case farmaceutiche, i centri di ricerca e le start up biotecnologiche. All’inizio della pandemia ci si aspettava di poter sviluppare un vaccino in 4-5 anni, mentre l’industria farmaceutica è riuscita a metterne sul mercato diversi in meno di un anno. Uno sforzo notevole e mirabile, ma la pandemia corre più fretta e occorre subito pensare al post-emergenza”.

Oggi – ha proseguito Losi – si sta vaccinando solo una parte della popolazione mondiale e questo non è sufficiente per sconfiggere il virus. C’è un’ ampia fetta della popolazione che fino ad oggi non ha ricevuto nemmeno una dose e che è un potenzialmente incubatore pronto ad esplodere e a sviluppare nuove varianti. E’ evidente però che per combattere il virus non si può lavorare solo sulla prevenzione, soprattutto su larga scala, e per questo nei prossimi mesi le case farmaceutiche dovranno lavorare sullo sviluppo di farmaci. Ecco un’altra sfida. Sviluppare nuovi farmaci o utilizzare trattamenti già esistenti? Anche questa è una questione aperta, legata ai tempi, ai costi della R&D e anche alla tecnologia. Se per lo sviluppo di un nuovo farmaco ci vogliono anni, la tecnologia potrebbe venirci in aiuto e consentirci di impiegare trattamenti farmacologici già esistenti per curare anche il covid19. Le strade e le sfide sono molteplici”.

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La pandemia ha rappresentato una sfida unica per le case farmaceutiche, i centri di ricerca e le start up biotecnologiche.
SALUTE E SICUREZZA

La pandemia ha portato allo scoperto luci e ombre del sistema sanitario attuale e riaffermato la centralità della medicina territoriale e dei medici di base come punto di riferimento per i cittadini. Non solo. Alla luce di quanto accaduto, è chiaro a tutti come d’ora in avanti occorrerà investire di più nella telemedicina, che si è rivelata preziosissima per venire incontro non solo ai pazienti covid ma anche di tutti coloro che non potevano recarsi in ospedale. E se il futuro del settore non si esaurisce con il Covid19 – anche se chiaramente il virus resta una priorità -, due grandi temi con cui l’industria si dovrà misurare nei prossimi anni sono: la salute e la qualità della vita

La R&D è entrata in una fase di innovazione che promette risultati importanti nel medio periodo per la salute e per la qualità della vita: medicina personalizzata, terapie cellulari, terapie geniche… Questi elementi potranno diventare un asset di sviluppo per l’economia – ha detto Losi – .  Consideriamo che, solo nel 2017, la spesa farmaceutica privata è stata superiore ai 7 miliardi di euro e le prospettive di sviluppo in questa direzione sono molto interessanti”. 

La R&D è entrata in una fase di innovazione che promette risultati importanti nel medio periodo per la salute e per la qualità della vita: medicina personalizzata, terapie cellulari, terapie geniche..
LA TRASFORMAZIONE DIGITALE
Un altro tema che interessa da vicino il settore è quello relativo alla trasformazione digitale che, sebbene nel settore farmaceutico fosse già stata avviata prima della pandemia, in questi mesi ha avuto un’importante accelerazione. Un tema, anche questo, che offre diversi spunti di riflessione.

Il processo di trasformazione digitale ha toccato il farmaceutico (e non solo) in maniera del tutto trasversale, interessando diverse aree della filiera: logistica, R&D, rete vendita, relazioni commerciali… Non solo. Ha coinvolto anche la relazione medico-paziente, il rapporto con il mondo clinico, le diagnosi e i processi clinici.

Un processo osmotico nel quale la tecnologia ha conquistato sempre più spazio dentro e fuori dall’industria farmaceutica: “Per quanto farmaceutico, sanità pubblica e privata, wellness, medical device e il mondo della tecnologia siano settori già strutturalmente interconnessi – ha concluso Losi –, la pandemia ha evidenziato come la digitalizzazione possa rappresentare un’ulteriore opportunità per creare in futuro catene del valore capaci di superare i confini dei singoli settori”. Un futuro che è più vicino di quanto si possa pensare.

Vi ricordiamo che i dati presentati durante il webinar “Il mercato farmaceutico e gli effetti del covid19” sono tratti dall’ultima versione, aggiornata novembre 2020, del REPORT FARMACEUTICA di 24 Ore Ricerche e Studi.