Sono molteplici le sfide che il mercato impone alle aziende della cosmesi. Rapidità di risposta, prodotti sempre più innovativi, alta tecnologia e un bagaglio di competenze e know-how da potere spendere nella competizione internazionale. La risposta a queste continue sollecitazioni sta in una parola sola: sinergia. Un mantra al quale sono devote soprattutto le piccole-medie imprese, predisposte per natura ad aggregarsi per aumentare opportunità di business e al tempo stesso accrescere il peso specifico del proprio settore di attività, dandogli valore e voce.
Lo hanno capito bene anche le associazioni di settore come il Polo della Cosmesi che ha applicato questo concetto a livelli più alti, entrando nella rete del Global Cosmetic Cluster Europe. In sostanza, la stretta collaborazione dei più importanti cluster europei della cosmetica.
Ma quali sono le sue finalità e come funziona il GCC.EU? Lo abbiamo chiesto a Ivan Massari, vicepresidente del Polo con delega all’innovazione e all’internazionalizzazione.
Perché si è sentito il bisogno di creare un progetto come GCC.EU?
«GCC.EU ha l’obiettivo di promuovere fortemente la conoscenza del settore cosmetico, l’interazione tra aziende di paesi diversi e favorire la possibilità di partecipare a eventi internazionali tramite lo sviluppo delle conoscenze relative ai mercati internazionali e la successiva partecipazione a missioni e fiere nei paesi di riferimento. Se è chiaro che il mercato è ormai globale, è altrettanto chiaro che è necessario mettere in campo strumenti straordinari per far sì che le aziende possano accedere a questo mercato mondiale con le giuste competenze e un aiuto concreto».
Cosa vi aspettate da questa unione?
«Obiettivo fondamentale è portare all’attenzione delle istituzioni il ruolo e il peso del settore cosmetico in termini di occupazione e contributo alla bilancia commerciale. Ci sono paesi di economie emergenti che si stanno muovendo molto bene, quindi una rete a livello europeo, con il giusto supporto da parte dei policy makers, è strategico per competere ed eccellere anche in futuro».
Entrando nel concreto, cosa significa per le aziende della cosmesi fare sinergia?
«Si parte da un presupposto: il mercato vuole prodotti sempre più performanti e in tempi brevissimi, prodotti a volte complessi che un’azienda sola non riesce a realizzare perché non ha all’interno tutte le competenze e le tecnologie necessarie. Questo vale per ogni settore di produzione, dalla formulazione al packaging, alla decorazione e così via. Inoltre, è sempre più comune la necessità di valutare e sfruttare le possibilità date dall’interazione tra una particolare formula e un ben preciso pack. La collaborazione tra aziende con peculiarità specifiche è l’unica via per rispondere alle esigenze di un settore sempre più alla ricerca di novità e qualità».
Cosa richiedono le aziende ad un’associazione come il Polo?
«Il Polo è nato nel 2005 dall’esigenza di dare voce e unione alle tante aziende “conto terzi” del settore cosmetico che caratterizzavano il territorio di Crema. Con il tempo l’associazione è cresciuta arrivando a coinvolgere oltre 80 aziende situate nel quadrilatero tra Crema, Bergamo, Milano e Brianza, luogo dal quale proviene il 65% della produzione mondiale di make-up. Un risultato importante».
E’ corretto dire che oggi il Polo è chiamato a rispondere a diverse esigenze, forse anche di più che in passato?
«Sì, è così. Il Polo oggi ha il compito di rispondere a molteplici esigenze: dalle problematiche regolatorie, sempre più differenziate anche per area geografica, all’esigenza di avere contatti con aziende che possano rispondere a bisogni di specifiche competenze, permettendo quindi lo sviluppo di sinergie. Un altro ruolo fondamentale che la nostra associazione ha sempre avuto e che continua a sviluppare è aiutare il processo di internazionalizzazione delle aziende associate, soprattutto delle piccole imprese, agevolando l’organizzazione di fiere e missioni internazionali, realizzando “collettive”, dove le aziende possono usufruire di spazi espositivi ai quali difficilmente riuscirebbero ad accedere da sole. Ancora una volta la parola d’ordine è: sinergia».