Grazie alla passione per la fotografia e allo spirito imprenditoriale di Giusto Faravelli- il fondatore- nel 1926 a Milano nasce l’omonima azienda.
È stato lui a muovere i primi passi e a dare avvio alla vendita di materie prime per il settore della fotochimica. Con il passare degli anni, a queste specialità si affiancano prima i prodotti per il settore farmaceutico e nutrizionale, poi gli ingredienti per l’industria agro-alimentare, fino ad arrivare agli Anni ’90 che vedono l’azienda muovere i primi passi nel settore cosmetico.
Oggi Faravelli è sinonimo di distribuzione professionale dei migliori ingredienti e materie per i settori food, animal nutrition, cosmetico, alimentare, farmaceutico, nutraceutico e chimico. Ad ogni settore corrisponde una divisione dedicata dove lavorano professionisti in grado di supportare a 360° i clienti per ogni esigenza tecnica e commerciale.
Faravelli Cosmetics Division, ad esempio, è la divisione più giovane dell’azienda ed è dedicata al mondo cosmetico. Grazie al Laboratorio Applicativo cosmetico interno, Faravelli è in grado di sviluppare prototipi e formulazioni utilizzando le materie prime e gli ingredienti proposti dai partner.
Cosmopolo ha intervistato Guido Rovati, Sales & Marketing Director Faravelli e Sandro Ballariano, il nuovo Direttore di Faravelli Cosmetic Division. Dagli effetti della pandemia all’attenzione al cliente e alla personalizzazione della proposta, ecco cosa ci hanno raccontato i due manager.
Dott. Rovati come ha inciso il lockdown sulla vostra azienda?
È stata una situazione di emergenza che ci ha catapultati nel futuro, intendo come modalità di lavoro. Lo smart working è diventato un must e Faravelli ha sostenuto un grande sforzo per permettere, veramente in poche ore, a tutti i dipendenti di continuare a lavorare efficacemente anche da casa. Come ben sappiamo tutti oramai, la situazione sanitaria nei mesi non è andata migliorando e il lavoro da remoto è tuttora la modalità in cui opera il 95% dei nostri collaboratori, sempre con grande efficacia”
Vi ha fatto “cambiare” modo di produrre e quindi lavorare?
Sì, direi soprattutto chi lavora nelle vendite ha dovuto adattarsi ad una forma più virtuale di comunicazione coi clienti. In generale la quantità di lavoro è aumentata, anche perché subito allo scoppiare della pandemia abbiamo dovuto rassicurare i clienti, garantire il mantenimento di forniture e di servizi che potevano essere compromessi dal lockdown. E ci siamo riusciti.
Tutti in azienda hanno dato il massimo affinché le attività potessero continuare e per offrire un servizio ancora più puntuale e preciso, di vero supporto ai nostri clienti. A distanza di mesi, possiamo dire di esserci adeguati con prontezza a questa nuova strana normalità. E alla luce degli ultimi accadimenti, temo proprio che dovremo continuare così per diverso tempo ancora, ma noi siamo attrezzati.
La situazione ha chiuso alcuni mercati? E se sì, quali sbocchi ora?
Purtroppo, all’inizio, alcuni segmenti produttivi di mercato in Italia si sono bloccati per qualche settimana. Le cose sono riprese piano piano negli scorsi mesi, ma come sappiamo gli ultimi sviluppi hanno portato a nuove frenate, anche se forse meno decise rispetto al primo lockdown. Ne avremo ancora per tanto tempo, temo, anche se la speranza di tutti e quindi anche la mia è che la situazione possa tornare al più presto alla normalità
Vi ha “costretto” a studiare e a mettere in campo nuove strategie anche di comunicazione?
Certo, abbiamo implementato diverse campagne di comunicazione, specie sui social network, chiedendo ai nostri dipendenti di “metterci la faccia”, cioè di rendersi visibili, di dire ai nostri clienti cosa provavano a lavorare da casa (campagna #faravelliinsmartworking) e cosa desideravano fare dopo il lockdown (campagna #Cosafarai?). Abbiamo voluto mandare un forte messaggio di vicinanza e solidarietà, in fin dei conti tutti eravamo sulla stessa barca. E sono felice di sapere che questa idea ha riscosso molto successo.Questo approccio continuerà anche in futuro, sempre di più.
Come si è visto siete rimasti attivi e propositivi. Tanto che la Divisione Cosmetica a settembre ha visto arrivare un nuovo direttore…
Si, per noi il primo esempio di selezione di personale in tempi di Covid. Con tempistiche devo dire inaspettatamente rapide, siamo riusciti a trovare una risorsa importante, un professionista che ha già preso le redini della nostra divisione cosmetica, che ricordo essere estremamente strategica per noi. Sono certo che ci aiuterà a raggiungere nuovi esaltanti risultati.
Dott. Ballariano, quale il vostro approccio verso i clienti?
Mettere l’expertise, maturata in molti anni di presenza nel settore, a servizio dei nostri clienti, è la priorità essenziale. Il nostro approccio è quello di proporci come interlocutori professionali, per gestire le problematiche tecnico/commerciali del quotidiano.
Siete propositivi e proattivi dunque?
Direi proprio di sì. Alla naturale attività di problem solving, Faravelli affianca l’offerta di soluzioni formulative “tailor made”, che valorizzando a pieno la sinergia tra i nostri ingredienti, possono essere un valido spunto per la creazione di nuovi prodotti cosmetici.
C’è quindi un confronto continuo?
La presenza global del gruppo Faravelli ci permette un continuo scambio di informazioni, sia al nostro interno che con i clienti, in merito a: nuovi trend, ingredienti innovativi ed azioni commerciali di maggior successo.
Ai vostri clienti fornite risposte a richieste personali in modo da garantire una consulenza quanto più su misura?
Il lavoro della Business Unit Cosmetica è e sarà sempre più orientato a fornire soluzioni costruite intorno alle necessità del cliente. Oggi un approccio del tipo “ho un buon prodotto/una buona formula e la propongo a tutti” non funziona più. Ai nostri clienti sarà richiesta sempre più flessibilità nelle personalizzazioni, e noi di conseguenza dobbiamo farci trovare pronti con soluzioni molto mirate.
L’aspetto ambientale è presente nella filosofia produttiva di Faravelli?
La riduzione del consumo di plastica monouso, il risparmio energetico a 360° sono un must.
E infine, ci sono dei trend di mercato che secondo lei segneranno il prossimo futuro nel mondo della cosmetica?
A mio parere alcune delle tendenze più interessanti nel prossimo futuro saranno:
- la personalizzazione estrema del prodotto finito
- la sostenibilità dei prodotti/delle aziende produttrici
- le emulsioni “Emulsifier Free”, senza emulsionanti. Ritenute meno sensibilizzanti per il derma, e quindi più adatte alle pelli sensibili, saranno una vera sfida tecnica per i formulatori.