Il Covid19 ha avuto un impatto sulla supply chain senza pari. Per il futuro sarà bene aumentare la forza, la visibilità e la flessibilità della supply chain e puntare su digitalizzazione e fornitori locali, fattori chiave per la tenuta del business.
LO SCENARIO
Il Covid19 ha avuto un impatto globale sulla supply chain senza precedenti, dal blocco della logistica ai cambiamenti nella domanda del mondo consumer. Per evitare futuri rischi occorre maggiore flessibilità, efficienza e visibilità, così come il controllo dei vari punti chiave del business.
Il Covid19 non è il primo evento imprevisto ad avere testato la capacità di resistenza della supply chain. Già nel 20011 con lo tsunami in Giappone o nel 2010 con l’eruzione del vulcano in Islanda il mondo degli affari aveva dovuto far fronte prontamente ad eventi dirompenti, ma nessuno di questi ha avuto un impatto simile a quello del coronavirus.
Con l’intera popolazione in Cina bloccata per mesi e la domanda di alcuni beni schizzata alle stelle o a picco per molti altri, l’impatto sulla produzione e distribuzione di cosmetici è una sfida che non tutti probabilmente riusciranno a superare.
Un tema su cui riflettere è la globalizzazione della supply chain. Uno studio di EEF fa notare che in Gran Bretagna la media dei produttori ha circa 190 fornitori, il 100% dei quali è oltreoceano. Più della metà dei produttori proviene dall’Asia e il restante dagli USA. Questo sistema risulta molto vulnerabile alle agitazioni politiche, ai cataclismi, così come ad una pandemia che conduca al lockdown dei trasporti, del lavoro e dell’import/export.
Per avere la certezza che la supply chain resista a qualsiasi evento o calamità, la chiave è la visibilità oltre il 1 livello di fornitura, così come l’abilità di calcolare quali aree potrebbero esserne toccate.
Come ha detto Juliette Barre, Direttrice Marketing di Sourcemap,“La pandemia ha reso chiaro quanta attenzione devono porre i brand nei confronti dei loro fornitori”.
IL CLOUD
Willibald Kofler, Strategy & Partner, in merito al controllo della supply chain, sostiene che “Per creare una supply chain visibile end-to-end, occorre un centro di raccolta dati a 360°, che raccolga tutte le informazioni e la loro relazione con la supply chain, dalle materie prime ai clienti finali e viceversa.
Occorre una supply chain residente su un cloud, che metta in connessione i vari partner della catena e aiuti preventivamente a identificare potenziali rischi, così come nuove opportunità per la sua ottimizzazione”.
Per la cosmetica, in particolare, 3 sono i fattori-chiave: l’approvigionamento degli ingredienti, il packaging e la distribuzione.
TIMELINE DELLE STRATEGIE:
DIGITAL SUPPLY CHAIN
Nel breve termine: aumenta la presenza online attraverso social, interazioni, gamification, app per testare i prodotti, realtà aumentata.
Nel medio termine: 1) Fai una mappatura estesa della supply chain e delle aree a rischio.
2) Usa la tecnologia digitale per connetterti con tutti i player, creando un network centrale dove i dati, che sono fondamentali per tutte le parti, sono conservati e analizzati.
Nel lungo termine: 1) Crea una supply chain interamente visibile E2E, con un network di fornitori, clienti, concorrenti e rappresentanti delle istituzioni per la massima trasparenza lungo la catena.
2) Aggiorna la tecnologia di archiviazione per avere risultati in real time sugli stock e le giacenze. Queste tecnologie consentono, infatti, di analizzare i dati e di pianificare i riordini.
LOCALIZZAZIONE
Breve termine: mettiti in contatto con le imprese/attività nelle tue vicinanze che possono essere interessanti per il tuo business. Fornitori di ingredienti, ristoranti o aziende agricole con uno stock di cibo invenduto. La partnership con loro creerà una connessione con il territorio che i consumatori apprezzeranno. Usa gli scarti alimentari come ingredienti chiave dei prodotti beauty.
Medio termine: 1) Crea network regionali per rifornire differenti parti del globo. Non concentrare la produzione in un unico Paese o in unica fabbrica. Distribuiscilo: ridurrai il rischio!
2) Sviluppa una lista di fornitori “secondari” come alternativa ai fornitori abituali, nel caso questi non potessero consegnare.
Lungo termine: Porta al tuo interno lo sviluppo dei componenti “chiave” del prodotto, partendo da investimenti in terreni o in laboratori che sviluppino gli ingredienti chiave, al packaging per i prodotti best-seller o i must have.
ASSET
Breve periodo: 1) Non puntare su collezioni stagionali e investi, invece, su prodotti trans- stagionali.
2) I best-seller dovrebbero diventare una priorità nel marketing collaterale.
Medio periodo: Sviluppa prodotti con un solo ingrediente funzionale. Cosmetici che necessitino di un solo ingrediente “hero”, proveniente da un’unica risorsa, per agire.
Lungo periodo: Per i prodotti meno venduti adotta un business model che si basi solo “su prenotazione” e su “personalizzazioni”. Questa ridurrà il rischio di stock di invenduti in giacenza nel tuo magazzino.
AUMENTARE FLESSIBILITA’ E AFFIDABILITA’
Perché puntare su supply chain supportate da un sistema digitale end-to-end? Per (almeno) 3 ragioni. Producono efficienze, riducono gli sprechi e aiutano a creare una supply chain totalmente trasparente utile ad aumentare la gestione del rischio e la flessibilità.
Una produzione in cui la supply chain è all’80% invisibile ha molte possibilità di essere stravolta. La visibilità a monte e a valle è indispensabile. Sandy Shen, Senior Director Analyst di Gartner in un’intervista a Forbes, ha detto: “Ora come non mai, il valore dei canali digitali è evidente alle imprese.”
La digitalizzazione prevede diversi step. La chiave è investire in tecnologie specifiche. Questi servizi, come E2open utilizzato da P&G, mappano l’intera supply chain, mettendo in luce fornitori “nascosti” e creando un network digitale che rende più facile la comunicazione. Questo software tipicamente si ripaga in circa 2 anni, con il mercato che secondo ARC Advisory Group cresce a doppia cifra.
I servizi vanno dalla possibilità di individuare e tracciare nuovi siti per individuare prontamente i problemi, ad un archivio dati centralizzato e sensibile alla domanda per consentire delle previsioni a breve termine in tempo reale.
L’ESEMPIO DI COTY
Brand come Coty lo hanno già adottato. Il brand non solo lo ha fatto proprio, ma ne ha fatto un potente mezzo di collegamento tra business e fornitori per la divisione acquisti worldwide.
Le soluzioni basate su un cloud consentono di prendere decisioni rapide e consapevoli, grazie alla possibilità di monitorare in tempo reale le linee di business, le diverse funzioni e i partner globali.
Il suggerimento è quello di destinare una parte del budget alla digitalizzazione della supply chain. Il sistema aiuta a identificare le aree a rischio, come accaduto durante il Covid19.
L’articolo è a cura di WGSN, società che si occupa di previsioni di mercato e di tendenze a livello globale. Per maggiori informazioni, contattare riccardo.carducci@wgsn.com