A pochi giorni dall’allentamento della stretta legata all’emergenza covid19, il Polo della Cosmetica ha raccolto le testimonianze di alcune aziende cosmetiche. La parola d’ordine per tutte è ripartire al più presto, ma una cosa è chiara: occorre farlo come “sistema” con iniziative micro e macro, per sopperire alle difficoltà della situazione contingente e alle molte incognite dei prossimi mesi. Ecco il racconto di alcuni imprenditori del settore.
LA FORZA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI
“Abbiamo garantito il nostro supporto alla filiera strategica concentrando le nostre produzioni sulle forniture di packaging per disinfettanti mani, saponi e farmaci. La possibilità di attingere da un stock di oltre 15.000 pallet di merce ci ha permesso di fornire molte aziende che avevano necessità di packaging in tempi brevi”, racconta Giampaolo Herrmann, General Manager di Eurovetrocap. “La strategia è stata quella di bilanciare il mix dei prodotti venduti: abbiamo investito in stampi di flaconi e capsule per fare fronte a questa tipologia di domanda, mentre la richiesta di packaging per i cosmetici tradizionali e per il makeup ha subito un brusco arresto. La vera incognita è il futuro. Non ci attendiamo una grossa ripresa per maggio, ma nei mesi successivi ci potrebbe essere un’interessante inversione di tendenza. Se la situazione sanitaria dovesse normalizzarsi, la voglia di estate degli italiani e degli europei potrebbe anche spingere i consumi e riportarli a valori in linea con quelli degli altri anni e, nella migliore delle ipotesi, rimarrebbe il “buco di fatturato” di 3 mesi per il mercato cosmetico e makeup. Una cosa è certa: gli imprenditori italiani sono i migliori a risolvere problemi e anche questa volta ne sapranno uscire”.
MOLTE INCOGNITE ANCHE SUI PROSSIMI MESI“La mia situazione non è brillantissima in quanto occupandomi di packaging, di etichette adesive e di shrink sleeves utilizzati in prevalenza nel make-up come sigillo di garanzia, sono fortemente legato al mondo cosmetico e toiletries, fortemente penalizzati in questo momento”, dice Daniele Imperiali di Pharmapack.
“Abbiamo vissuto 2 mesi di fermo totale dell’attività e sulla ripresa pesano ancora molte incognite. Nel nostro caso, a penalizzarci sono state anche le numerose restrizioni alla mobilità adottate per fronteggiare l’emergenza. La mobilità, infatti, è una componente essenziale del nostro lavoro”.
SMART-WORKING, SICUREZZA E RICONVERSIONE
Smart-working, sicurezza e riconversione sono state le parole d’ordine di queste settimane, come spiega l’Ing. Andrea Aiolfi, fondatore di Stampa 3D Crema.
“Siamo partiti dallo smart working, dando priorità a quelle attività organizzative interne che solitamente sono secondarie rispetto al completamento delle commesse.
Siamo riusciti a non sospendere mai completamente le attività produttive recandoci in laboratorio a turno con tutte le misure di sicurezza previste dai decreti per gestire le macchine tra una stampa 3D e l’altra. Abbiamo collaborato con l’amministrazione comunale e la protezione civile per la produzione di visiere di emergenza, che sono state impiegate dal personale medico proveniente da Cuba e dai medici di base del territorio nella prevenzione dal contagio.
I volumi delle commesse si sono ridotti notevolmente, complice anche la sospensione di Cosmoprof che fa da traino a questo periodo dell’anno, tuttavia abbiamo scelto di non ricorrere alla cassa integrazione per i nostri dipendenti, per cercare di essere il più reattivi possibile alla ripartenza e di farci trovare pronti e attrezzati dai nostri clienti. Anche la cosmetica risentirà di questa crisi, è inevitabile, ma voglio credere nella capacità di noi italiani di far fronte alle difficoltà e di saperci rialzare”.
Se volete raccontarci la vostra testimonianza scrivete a lisa.dansi@cosmopolo.it